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L’80° anniversario della traslazione dei resti di Fra Santo, agostiniano scalzo

Sono trascorsi 80 anni dalla traslazione dei resti mortali di Fra Santo, agostiniano scalzo trapanese, morto in fama di santità, dalla cripta alla chiesa dell’Itria (S. Rita) di Trapani. Riceviamo e pubblichiamo una lettera del confratello di Fra Santo Mario Genco della Chiesa Itria Marsala.

Giovedì 8 Luglio 1937, ottant’anni fa, i venerati resti mortali del Venerabile Fra Santo dalla cripta sono state traslate in Chiesa. Prima al posto della Madonna del Parto, accanto all’altare di S. Rita fino al 28 marzo 1971 e poi nella cappella laterale sinistra del Presbiterio, conosciuta come la “Cappella di Fra Santo”, dove attualmente si trova come si legge nella lapide ricordo: Le spoglie del Ven. Fra Santo che l’8 luglio 1937 dalla cripta erano state traslate nella chiesa, il 28 marzo 1971 furono definitivamente sistemate in questa Cappella a lui dedicata.
Ma leggiamo la cronaca che di quella memorabile giornata ha fatto da il confratello P. Francesco Recupero presente quell’8 luglio 1937 su “La Rosa di Valverde” bollettino del Santuario della Madonna di Valverde (CT).
Tra le glorie che incoronano il suo nome, l’Ordine degli Agostiniani Scalzi si sente giustamente onorato di poter ascrivere non pochi figli elettissimi che lo hanno illustrato con gli splendori della santità. In mezzo a questi tiene un posto assai distinto il Ven. Servo di Dio Fra Santo da S. Domenico, Laico Professo, nato a Trapani nel 1655 e morto nel 1728 tra il compianto generale della città, dalle più alte Autorità al più umile cittadino, perché tutti ne avevano ammirato le preclare ed eroiche virtù, esercitate prima nel secolo, nell’umile lavoro di calzolaio, e poi nel chiostro, nell’ufficio di frate questuante, durante il quale fu visto passare, vero angelo di benedizione, per le ubertose contrade della Sicilia occidentale, disseminando grazie e prodigi.
Alla distanza di oltre secoli dalla sua morte, il popolo trapanese continua a tenere viva la memoria del Ven. Fra Santoe a pellegrinare alla sua tomba nella bella chiesa agostiniana di S. Maria dell’Itria, da lui fatta edificare con elemosine faticosamente raccolte per ogni dove. Il giorno 8 (giovedì) dello scorso luglio (1937) i suoi venerati resti mortali sono stati esumati dalla cripta della Chiesa in cui giacevano, per essere collocati in luogo più degno nella Chiesa stessa, dentro un artistico monumentino marmoreo addossato alla parete destra ed eseguito dalla Ditta F.lli Bruno su disegno del Can. Vincenzo Fonte Cammarata.
Ottenute le debite facoltà dalla S. Congregazione dei Riti, presso la quale è in corso il processo di beatificazione e canonizzazione, il Tribunale Ecclesiastico di Trapani, presieduto da S. E. Mons. Ferdinando Ricca e composto da Mons. Vincenzo Sesta, Ciantro del Capitolo Cattedrale, dal Can. Vincenzo Fonte Cammarata, Cancelliere Vescovile,dai periti medici chirurghi Dott. Antonio Scio e Dott. Salvatore D’Amico, ha proceduto alla canonica ricognizione del corpo del Ven. Servo di Dio. Del’Ordine degli Agostiniani Scalzi erano presenti il P. Bernardino Manuguerra in rappresentanza del Rev.mo Priore Generale, il P. Gabriele Raimondo, Postulatore Generale delle Cause dei Santi, il P. Gabriele Ragusa Priore di Palermo e P. Francesco Recupero. Inoltre vi assistevano il Rettore della Chiesa Can. Michele Ongano, il Can. Vito Cammarata, il Can. Antonino Accardi, l’Arciprete Lentini, il Parroco P. Pellegrino Catalano O.F.M. Conv., il Dott. Antonino Camuto e i testi Giuseppe Catalanotti e Rag. Vito Gigante, Vice Presidente della Giunta Diocesana di A.C..
Compiute le formalità canoniche, i venerati resti mortali, che comparvero ben conservati e nello stesso stato in cui furono trovati quasi due secoli fa, nella ricognizione fattane alla chiusura del Processo Apostolico, vennero racchiusi in una artistica urna e trasportati nel bel monumentino eretto al Ven. Fra Santo dalla pietà e riconoscenza del suo popolo, che aspetta di poterli venerare dopo la glorificazione di lui, che auspica vicina.
Allo scopo di affrettare con le preghiere la beatificazione del Ven. Servo di Dio, il Comitato cittadino che ha curato l’erezione del monumento ha promosso nei giorni 10-11 un ciclo di solennni funzioni propiziatorie, svoltesi solennemente nella suddetta Chiesa con la partecipazione dell’Ecc.mo Vescovo Moms. Ricca. Il popolo, a cui era stato lanciato un nobile appello dal Comitato stesso e dato l’annuncio dal suono di tutte le campane della città, ha risposto con slancio e pietà ammirevole, partecipando numerosissimo alla S. Comunione e alle altre funzioni celebrate dall’Ecc.mo Vescovo e da alte Autorità ecclesiastiche.
A cura della Postulazione dell’Ordine è stata pubblicata e distribuita per la circostanza una piccola ed elegante biografia illustrata del Ven. Servo di Dio, intesa a divulgare la sua umile e nobile figura. (La Rosa di Valverde, Agosto 1937, pp. 92-93).

redazione

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