Politica e sanità. Questo il binomio attorno a cui si è incentrata la presentazione del Piano sanitario della provincia di Trapani, tenutosi giovedì sera a Marsala. Davanti a una platea di medici e rappresentanti della politica lilybetana, l’assessore regionale alla salute Baldo Gucciardi ha snocciolato numeri e considerazioni sulla sanità siciliana e sul lavoro svolto dal suo assessorato negli ultimi due anni. Da quando, per intenderci, le intercettazioni (in parte reali, in parte mai confermate) sul caso Tutino portarono alle dimissioni di Lucia Borsellino, mentre Crocetta sembrava sul punto di gettare la spugna. Il presidente decise poi di restare in carica e di sostituire la figlia del giudice ucciso dalla mafia con il capogruppo all’Ars del Pd, a cui toccò il compito di far fruttare il meritorio lavoro tecnico che la Borsellino aveva fatto con il suo staff in precedenza.
Nel suo intervento a Marsala, Gucciardi ha ricordato come la sanità siciliana nel 2007 avesse un buco di un miliardo di euro, mentre adesso viene citata come esempio virtuoso di risanamento. “Avevamo gli ospedali, ma non una rete ospedaliera. E ogni volta che manifestava la possibilità di chiudere una struttura, ci ritrovavamo i sindaci a fare le fiaccolate per difendere i loro piccoli ospedali, in cui non si andava a guarire, ma a morire”. Un sistema incentrato sulla sanità di prossimità, ma che di fatto, secondo Gucciardi, “non rispettava l’articolo 32 della Costituizione, perchè il cittadino che viveva a Palermo e quello che stava a Petralia non avevano lo stesso diritto alla salute”. Da qui, su indicazione del Ministero, il lavoro che ha portato alla realizzazione della rete ospedaliera secondo un modello sanitario sostenibile, che non punta più sul principio di prossimità, ma su “intensità di cura e complessità di patologia”.
Ma il lavoro sulla rete ospedaliera era anche una condizione indispensabile per poter procedere a nuove assunzioni, considerato che “nella sanità siciliana ci sono attualmente quasi 10000 posti vacanti”, che quotidianamente costringono medici e infermieri a lavorare in condizioni proibitive e i cittadini a sopportare lunghi tempi di attesa (quando non decidono di andare a curarsi al Nord). “Senza rete non potevamo assumere. Una palude per me insopportabile”, ha affermato Gucciardi. Uno dei punti chiave del piano sanitario è quello dei posti letto, che nel trapanese passano dai 640 attivi in questo momento ai 919 previsti appena entrerà a regime la nuova rete. E poi ci sono una serie di scommesse, come quella, concepita dopo un confronto con il luminare Ruggero Di Maria, di finanziare con 6 milioni di euro due strutture di oncologia molecolare “in cui si potrà fare con costi accessibili per chiunque lo studio genetico del paziente per fare una terapia personalizzata invece di quella generale”.
Uno scenario ideale che complessivamente apre spiragli confortati per il futuro e la possibilità realizzare quello che il sindaco Alberto Di Girolamo ha definito come il suo sogno di gioventù, “avere una sanità migliore sul territorio”. Lo stesso sindaco, apparso particolarmente a proprio agio in un contesto pieno di colleghi con cui ha condiviso buona parte della sua carriera professionale, ha sottolineato che tra due-tre mesi si dovranno fare le prime verifiche sull’attuazione delle direttive illustrate in questi giorni, mentre qualche medico, uscendo dalla sala, si mostrava poco propenso a condividere l’entusiasmo di Gucciardi e a credere che la nuova rete ospedaliera possa essere la panacea di tutti i mali. Per quanto riguarda i concorsi che porteranno alle nuove assunzioni, l’assessore regionale sta cercando di stringere i tempi, con l’approvazione dei piani del fabbisogno da parte delle Asp e la successiva trasmissione degli atti all’assessorato. Dopo di che, si potrà procedere all’individuazione delle dotazioni organiche. Sulla scelta dei due Dipartimenti Emergenza Accettazione in provincia, Gucciardi ha rivendicato la scelta di puntare su Trapani e Marsala, pur sapendo di dover affrontare le contestazioni di Mazara, che adesso però potrà contare su “un ospedale modernissimo con tecnologie d’avangardia”. “Il riconoscimento Dea – ha sottolineato ancora l’assessore – non è però una medaglietta fine a se stessa, ma un atto importante, che porterà Marsala ad avere un ospedale d’eccellenza”. E qui il pensiero va alle carenze d’organico al Pronto Soccorso del nosocomio lilybetano, continuamente e comprensibilmente lamentate dai cittadini. A riguardo, il dirigente dell’Asp Giovanni Bavetta ha affermato che la soluzione non sta nell’aumentare il numero di medici e infermieri, ma nel miglioramento dell’organizzazione complessiva, mentre sindaco e assessore sono apparsi più disponibili a un aumento della dotazione organica.
In apertura si diceva che assieme alla sanità è stata la politica la protagonista principale dell’evento, caratterizzato anche dagli interventi di numerosi rappresentanti del mondo sanitario del territorio (Rino Ferrari, Biagio Valenti, Gaspare Oddo, Vito Barraco, Paolo Buffa, Flavio Coppola). La massiccia presenza di consiglieri comunali e rappresentanti vari delle istituzioni locali non può non far pensare alle imminenti scadenze elettorali, in cui Baldo Gucciardi continuerà comunque ad avere un ruolo di primo piano all’interno del Pd, magari con il supporto di una parte consistente di quei “camici bianchi” che in passato seppero essere disponibili e generosi con altri esponenti politici della provincia.