Il gup Sara Quittino ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di Michele Licata e di alcuni familiari (le figlie, la moglie, la madre e il genero). La prima udienza del processo si terrà lunedì 25 settembre presso l’aula “Paolo Borsellino” del Tribunale di Marsala.
Si tratta di un procedimento giudiziario legato a quello che nei mesi scorsi ha visto l’imprenditore lilybetano condannato a 4 anni e mezzo con rito abbreviato per truffa, malversazione ed evasione fiscale (in quella sede le figlie Valentina e Clara Maria avevano scelto, tramite i propri legali, la strada del patteggiamento).
Questa volta gli avvocati di Licata e dei suoi familiari non hanno scelto riti alternativi, scegliendo una diversa strategia difensiva. Nell’udienza tenutasi martedì pomeriggio davanti al giudice Quittino, l’avvocato Manco, intervenuto in sostituzione del collega Salvatore Pino del foro di Milano, è stato protagonista di una lunga arringa difensiva, chiedendo assieme al legale marsalese Carlo Ferracane il non luogo a procedere per alcuni capi di imputazione, in particolare per quanto riguarda l’accusa di autoriciclaggio, su cui sono stati richiamati alcuni precedenti in materia. Presenti in aula anche gli avvocati Stefano Pellegrino e Gioacchino Sbacchi, legali di una parte degli imputati. Il pubblico ministero Antonella Trainito ha invece contestato la recidiva semplice a Michele Licata e alle figlie, proprio alla luce delle risultanze del precedente procedimento. Anche qui, si trattava comunque di reati tributari vari, dall’appropriazione indebita all’evasione, passando per la ricettazione e l’autoriciclaggio, in gran parte collegati tra loro e tali da rendere estremamente complesso un eventuale stralcio. Da qui la scelta del rinvio a giudizio per tutti gli imputati da parte del gup Sara Quittino.
Presente in aula anche l’avvocato Vitello del foro di Palermo, in rappresentanza della quattro società del gruppo Licata che si trovano sotto l’amministrazione giudiziaria di Antonio Fresina.