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Scrive il marsalese Vincenzo Alagna: “Via dalle istituzioni chi vive di politica”

Degli anni in cui ho svolto attività politica da “volontario” nella nostra città, uno dei ricordi più belli e, al tempo stesso, nostalgici è la solita frase che, chi ha qualche anno in più rispetto a me, spesso mi rivolgeva: “tanti anni fa il consiglio comunale di Marsala era formato da persone di spessore, politici con la P maiuscola, con cultura e grande professionalità”. Oggi, invece, mi rattrista constatare che una delle cause del coma profondo in cui vive Marsala sia proprio la decadenza delle istituzioni che dovrebbero rappresentarci.

È vero, Marsala non è un caso isolato nel resto del Paese: ma è un caso emblematico, a mio avviso, poiché il suo declino è coinciso con il declino della politica. La professionalità è stata sostituita dal PROFESSIONISMO. Ed io ritengo che i professionisti della politica rappresentino un freno allo sviluppo economico, sociale e culturale della città. La politica marsalese negli ultimi anni ha dimostrato tutta la sua incapacità di dare un futuro alla città e, al contrario, ha dato ottimi esempi di miopia amministrativa. Ma lo sforzo che voglio fare è capire i motivi per i quali noi cittadini siamo costretti a subire tutto ciò. Probabilmente sono tanti, troppi, e non tutti si possono riassumere in poche righe, ma penso di averne individuati almeno due. Due ragioni che corrispondono ad altrettante possibili soluzioni.

Anzitutto, come direbbe Papa Francesco, la prima ragione del declino ha a che fare con il nuovo dio, il dio denaro: è vero, lo ammetto, potrebbe sembrare una banale constatazione, cavallo di battaglia di qualche movimento politico nazionale. Ma il problema non è solamente l’ammontare delle indennità o del gettone di presenza: il VERO problema è che ci sono politici che vivono DI politica, per le quali la politica è un LAVORO ! Rendere questo lavoro un po’ meno conveniente, allora, è la prima soluzione per allontanare professionisti e mestieranti.

Il secondo motivo è la mancanza di scuole di formazione politica: in questo credo che la mia analisi differisca da chi si limita a dire “la politica fa schifo, sono tutti uguali”. Noi giovani viviamo in un mondo ormai privo di riferimenti. I nostri genitori hanno conosciuto la Democrazia Cristiana, il PCI, il PSI ecc… Questi non erano solamente dei contenitori privi di senso (come le attuali compagini politiche), ma cercavano di offrire ai propri iscritti e militanti una filosofia di vita, un sogno, una aspirazione, un modo diverso di vedere le cose. Per quanto mi riguarda, il secondo motivo, pur derivando dal primo, è più grave: il delitto più efferato commesso dai mestieranti della politica è avere ucciso i sogni dei ragazzi, averci negato il diritto di sognare e di immaginare una città non solo bella (giá lo è !), ma che sapesse offrire opportunità lavorative. Ma d’altronde, chi vive DI politica, che motivo avrebbe di formare giovani e di trasferire il proprio bagaglio di conoscenze per permettere loro di “scendere in campo”?

Le problematiche che ho voluto affrontare hanno sicuramente una rilevanza nazionale. Ma questo non deve rappresentare una scusante per gli uomini e le donne delle istituzioni lilibetane: “qualche anno” fa qualcuno partì da Marsala per unire l’Italia, non raccontatemi che non potete ridurre i vostri compensi e che non potete fare formazione politica. La storia ci insegna che le imprese sono possibili!

Vincenzo Alagna

redazione

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