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D’Alberti: “Petrosino paese abbandonato. Giacalone ha messo gli uni contro gli altri”

Una campagna elettorale caratterizzata da toni particolarmente accesi quella che si sta concludendo a Petrosino e che vede il sindaco Gaspare Giacalone contrapposto agli sfidanti Vincenzo D’Alberti e Vito Messina (quest’ultimo un po’ defilato). Diversi i temi che sono diventati terreno di scontro tra i candidati, che danno naturalmente una lettura diversa sulla situazione che sta vivendo Petrosino e sulle progettualità su cui puntare per l’immediato futuro.

D’Alberti, qual è il primo bilancio della vostra campagna elettorale?

Molto positivo. Abbiamo incontrato e ascoltato tante persone, ottenendo riscontri favorevoli. Siamo entrati in contatto con i bisogni delle persone, con le ragazze madri, visitato zone devastate e abbandonate. La cosa più importante è che abbiamo approfondito la nostra conoscenza del territorio: attraverso il “porta a porta” siamo entrati quasi in tutte le case, rendendoci conto della reale situazione in cui si trova Petrosino.

Alla luce di ciò, quale sarebbe la reale situazione di Petrosino?

Petrosino è un paese abbandonato, in cui c’è tanta povertà. Ci sono famiglie che hanno problemi di sussistenza e hanno perso fiducia nel futuro, ci sono giovani disillusi dalla politica che negli ultimi 5 anni non ha dato risposte. Petrosino è ferma, da tutti i punti di vista.

Intorno alla sua candidatura si sono riuniti partiti che in passato si sono contrapposti. Ma anche ex sostenitori dell’amministrazione Giacalone che adesso si ritrovano assieme a vecchi avversari. Non c’è il rischio di una coalizione eccessivamente eterogenea, destinata ad avere difficoltà di coesione in caso di vittoria?

No. La mia è una coalizione coesa e compatta attorno ad un programma che punta sull’agricoltura, il turismo e lo sviluppo sostenibile. “Adesso il futuro” è un progetto che non nasce dai partiti, ma è stato da loro condiviso in un secondo momento, perchè siamo convinti che se i progetti non incontrano la politica si fanno solo grida e populismo.

Che idee avete per la macchina amministrativa comunale?

Abbiamo pensato subito a un ufficio di programmazione e a un ufficio Europa che lavorino in collaborazione per individuare le linee di finanziamento. Nei primi 100 giorni vorremmo inoltre prendere in mano la questione del Piano regolatore generale, velocizzando i tempi di approvazione. Perchè è da lì che si deve lavorare per lo sviluppo del territorio.

Cosa pensa invece del Piano paesaggistico?

Vanno bene le tutele su zone Sic, Zts e riserve. Ma occorre rivalutare le zone in cui immaginiamo l’insediamento di nuove attività produttive. Lì proponiamo di avviare una fase di dialogo con gli enti preposti. Il Piano paesaggistico non può bloccare lo sviluppo di una città.

Si aspettava un clima così acceso in questa campagna elettorale?

Questo clima è frutto di 5 anni di amministrazione che ha messo gli uni contro gli altri. Mi aspettavo questo clima, ma non mi aspettavo gli incendi dei miei beni di famiglia. A tutto ciò noi rispondiamo con serenità, allegria e voglia di stare assieme.

Recentemente ha avuto un alterco con il terzo candidato sindaco, Vito Messina. Che idea si è fatto della sua campagna elettorale?

Non ho avuto modo di conoscere le sue proposte e i suoi programmi. Avrà utilizzato altri mezzi per far passare i suoi messaggi. Degli altri, comunque, ci interessa poco. Pensiamo soprattutto alla nostra gente.

Pensa di procedere all’indicazione di altri assessori della sua squadra di giunta?

I nomi li abbiamo in mente e sono certamente di alto profilo, sulla scia delle scelte fatte con Pezzini e Vallone. Non ci saranno imposizioni dei partiti. La giunta, comunque, sarà assestata tenendo conto anche di quello che troveremo negli uffici comunali.

Lei ha detto che in caso di vittoria vuole essere il “sindaco della gente”. Cosa intende dire?

Non abbiamo fatto promesse, né abbiamo offerto posti di lavoro. Saremo al fianco di tutti, per far tornare Petrosino una comunità. I cittadini vogliono che il sindaco sia di tutti e che sia aperto al confronto 365 giorni l’anno, non solo in campagna elettorale. Per quanto mi riguarda, sarò un sindaco che intende prendere in mano l’economia di Petrosino, guardando all’Europa.

Comunque finisca, come spera di vedere Petrosino il 12 giugno?

Spero possa tornare ad essere una comunità serena, com’è stata per anni. Spero che torni la libertà di espressione, di parola e di partecipazione.

Vincenzo Figlioli

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