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Missione Mozia, progetto sociale per gli scavi con i migranti degli Sprar

Missione Mozia, progetto sociale per gli scavi con i migranti degli Sprar

Ghana, Costa d’Avorio, Iran, Mali, Pakistan e Guinea. Provengono da questi paesi i giovani migranti – ospiti di alcuni centri accoglienza Sprar trapanesi – che collaboreranno nella nuova campagna scavi a Mozia. Si rinnova così il progetto sociale per la “missione archeologica” allo Stagnone condotta dall’Università di Palermo, di concerto con la Soprintendenza di Trapani e l’Amministrazione Di Girolamo.

Una sinergia a cui si affianca il Consorzio Solidalia, partner del Protocollo d’Intesa che agevola l’integrazione nel territorio dei richiedenti asilo selezionati. Questi sono giovani maggiorenni con un buon grado di istruzione (uno è laureato in Ingegneria meccanica) e qualcuno parla due lingue. A Palazzo Municipale, il professore Gioacchino Falsone e l’archeologa Rossella Giglio stati accolti dall’assessore Clara Ruggieri: “Il progetto consente ai giovani di colore di vivere un’importante esperienza formativa. Li vedo motivati ed entusiasti per questa attività lavorativa volontaria che, sono certa, li arricchirà sotto il profilo sociale e culturale”.

La campagna di scavi avrà la durata di circa 7 settimane, proseguendo i lavori dello scorso anno nella zona K (cd. “cappiddazzu”), luogo di ritrovamento della statua del “Giovanetto”. Interessante il fatto, come hanno evidenziato Sabrina Accardo e Loredana Danese di Solidalia nel corso dell’incontro, la candidatura del progetto sociale “Missione Mozia” al riconoscimento comunitario quale esperienza di “buona prassi”.

redazione

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Tags: migrantiMissione Moziascavi