Piero Savona, 59 anni, direttore dell’Istituto Case Popolari di Trapani con un passato da consigliere comunale è uno dei cinque candidati a sindaco di Trapani insieme a Antonio d’Alì, Girolamo Fazio, Marcello Maltese e Giuseppe Marascia. Lo abbiamo incontrato per un’intervista:
Su quali tematiche punta il suo programma?
Sulla riqualificazione delle coste, sul turismo come motore economico, trattato in termini seri con programmazioni e competenze adeguate e poi sullo sviluppo dell’Università. Fondamentale inoltre una ripresa di un vero rapporto fra la Città e i quartieri periferici e frazioni, dove per 20 anni non è stato fatto assolutamente niente.
Quali potrebbero essere le azioni sulle periferie?
Abbiamo già individuato un assessore che si occuperà esclusivamente delle frazioni: l’architetto Carlo Foderà, che da anni si spende per il recupero e la valorizzazione delle zone periferiche. La sede del suo assessorato sarà appunto all’interno di una struttura in periferia. Fra le cose che vorremmo fare c’è il recupero del Centro di Salinagrande (ex Cara, ndr) che vogliamo riutilizzare e restituire alle frazioni come centro polifunzionale e farne un museo di arti contadine legato anche alla cultura dei salinai. Bisogna anche dare maggiori servizi: fognature (in alcune zone mai predisposte, anche solo progettualmente dalle amministrazioni precedenti) i trasporti pubblici. Anche la spiaggia di Marausa va riqualificata, valutando anche i progetti presentati negli anni (ma sempre ignorati) per nuove strutture turistiche.
Quali progetti per il miglioramento nel settore dei servizi sociali?
Abbiamo intenzione di creare interessanti iniziative all’interno dei quartieri a rischio, per combattere la microcriminalità. Ci sono progetti che riguardano la dispersione e l’accompagnamento scolastico che oltretutto darebbero anche nuovi posti di lavoro coinvolgendo psicologi ed educatori. La nostra idea è inoltre quella di attivare il wi-fi gratuito in queste zone, dando maggiori possibilità di crescita ai giovani che non possono permettersi una connessione internet. E poi una bella iniziativa è quella del progetto internazionale “Abreu”, da realizzare all’interno del conservatorio-teatro ‘Scontrino’ che finalmente, dopo 15 anni, sarebbe al servizio del quartiere. Il progetto, attraverso la musica, offre modelli di vita positivi ai ragazzi dei quartieri a rischio. Bisogna ridare vita a quei luoghi che da tanti anni sono stati abbandonati o inutilizzati, come le tante strutture sportive o il centro sociale di Rione Palme, che potrebbe essere sede di diverse associazioni. E poi vanno messi in pratica tutta una serie di progetti già disponibili in questa provincia, ad esempio il sistema di inclusione attiva che prevede percorsi di inserimento e riabilitativi sia per i soggetti disabili e per il nucleo familiare: si tratta di un progetto con fondi a carico dell’Inps al quale il comune di Trapani non ha mai partecipato.
Parlando di alcune tematiche “calde” degli ultimi giorni, mi dice la sua sulla chiusura del mercato ittico a Trapani e sulla “questione eritrine“?
Sul mercato ittico posso dire che c’è una situazione incresciosa perché gestita male. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) siamo stati lì con gli operatori che ci hanno spiegato che si rifiutano di pagare un servizio che non viene reso: perché vogliono avere un luogo di lavoro a norma e vogliono essere tutelati dall’abusivismo. La nostra idea è quella di realizzare invece dei box autonomi con relativi servizi, assegnati a chi ne fa richiesta, e il comune si farebbe carico della pulizia generale. La sera il mercato potrebbe essere destinato ad attività culturali ed eventi.
Per quanto riguarda l’abbattimento delle Eritrine si tratta del risultato di una cattiva gestione – lunga vent’anni – del verde pubblico. Il verde va riqualificato, va aumentato e tutelato. Soprattutto gli alberi secolari come le Eritrine, che rappresentano una risorsa e non un problema da eliminare. Abbiamo previsto l’assunzione di figure professionali competenti per gestire ogni giorno il verde, e non solo in occasione delle emergenze.
Cosa non condivide dei programmi degli altri candidati a sindaco di Trapani?
Per quanto riguarda Fazio e D’Alì, dico una cosa basilare: hanno avuto vent’anni per affrontare e risolvere i problemi della Città, che sono gli stessi problemi di 20 anni fa, eppure non ci sono riusciti. Penso alle fognature mai costruite, alla mancata riqualificazione dei litorali, all’assenza di un piano commerciale e ad altri servizi primari. Quindi credo che i cittadini debbano riflettere su questo, a prescindere dagli “effetti speciali” proposti in campagna elettorale. Rispetto le proposte di Maltese e Marascia ma porto avanti il nostro progetto, concreto e realistico, pur accogliendo in modo propositivo ogni idea che possa arricchire il dibattito politico della città.
Cosa ne pensa del progetto Grande Città?
E’ lo stesso ragionamento che ho fatto prima sui programmi proposti da chi ha governato negli ultimi vent’anni la città: sono idee che all’indomani delle elezioni vengono messe nel cassetto. Chiaramente serve una maggiore collaborazione fra comuni, abbiamo già fatto un incontro con Daniela Toscano per condividere idee e progetti su trasporti, litorale, ecc, stessa cosa andrà fatta con gli altri comuni limitrofi. Ma da qui ai grandi slogan ce ne passa, e la risposta è proprio nel passato, in quello che non hanno fatto le precedenti amministrazioni che ora si ripropongono.
Cosa è successo con Mario Buscaino?
Buscaino mi ha proposto sin da subito di fare una alleanza con D’Alì, e io ho detto di no, perché non condivido il progetto Città, realizzato negli ultimi 20 anni, da D’Alì e Fazio.
Il suo comitato è anche una “officina delle idee” dove la gente fa proposte per migliorare la città. Quali di queste avete accolto nel programma?
Ho fatto 27 incontri per realizzare il mio programma, che è dunque frutto delle idee dei tanti cittadini, delle varie associazioni con cui ho avuto modo di confrontarmi. E’ stato realizzato veramente un bel lavoro: le idee sono state accolte e “messe in rete”. Citandone una su tutte mi viene in mente il co-working comunale, voluto proprio dai giovani: ovvero uffici messi gratuitamente a disposizione dall’amministrazione ai giovani che vogliano avviare una nuova impresa. Passata la fase di start up iniziale (dopo due anni) i neo imprenditori dovranno essere poi in grado di mantenere questi costi in modo autonomo. E poi sono tante le idee da citare, più spazi per lo sport e la cultura. Abbiamo immaginato una Cittadella dello Sport in zona Ilio e poi nel centro storico abbiamo individuato dei luoghi dove poter svolgere attività musicali (mercato del pesce, villino Nasi, il Lazzaretto, viale delle Sirene, ecc).
Perché un trapanese dovrebbe votare Piero Savona?
Per dare una svolta, un cambiamento a questa Città, che da vent’anni si trova in questo stato di immobilismo.