Ha contratto l’epatite C in seguito ad una emotrasfusione effettuata presso l’ospedale Abele Aiello di Mazara del Vallo nel 1986. Dopo diversi anni, siamo nel 2009, la giovane che allora aveva 23 anni scopre di avere contratto la malattia. Lunedì scorso il tribunale di Palermo, competente del caso, ha condannato il ministero della sanità al risarcimento della somma di oltre 94 mila euro.
I fatti si riferiscono al 2008 quando la donna comincia ad accusare uno stato di malessere generale. In seguito alle analisi prescritte dal suo medico di fiducia, scopre di avere contratto l’epatite del tipo C. Ulteriori indagini cliniche svolte prima al sant’Antonio Abate di Trapani e poi anche a Palermo, confermano che la signora aveva contratto la malattia. “Si trattava – ci ha detto l’avvocato Leonardo Genna che ha assistito la donna assieme alla collega Maria Giacalone -, di collegare dal punto di vista medico l’emotrasfusione con lo sviluppo della malattia. Abbiamo incaricato un nostro perito di parte che ci ha confermato la correlazione dei due momenti”. E’ iniziata quindi una azione legale mirata al risarcimento del danno visto che per i legali della donna esisteva un nesso di casualità.
L’ospedale veniva citato in giudizio e con la struttura anche l’Asp di Trapani e l’assessorato regionale alla salute in quanto le sacche ematiche per la trasfusione erano state fornite da Palermo. Inoltre i legali hanno chiamato in giudizio il Ministero della sanità. Della vicenda si è occupata la terza sezione civile del tribunale di Palermo presieduta da Giuseppe Rini. Il giudice dopo avere disposto una consulenza d’ufficio, ha emesso la sentenza ai danni del ministero della sanità condannato anche la pagamento delle spese processuali.