Integrazione al trattamento minimo delle pensioni, maggiorazioni sociali della pensione e incremento, importo aggiuntivo dell’assegno pensionistico, quattordicesima mensilità, prestazioni a favore degli invalidi civili, assegno al nucleo familiare. Sono i “diritti inespressi”, ovvero i trattamenti previdenziali e assistenziali erogati dall’Inps e per cui occorre presentare domanda.
A fare chiarezza sui diritti inespressi e, soprattutto, su come avere diritto a ottenere le somme in più sulla pensione, è lo Spi Cgil che invita i pensionati a verificare gratuitamente, nelle sedi del sindacato presenti nel territorio, se nelle proprie pensioni manca qualche voce importante. In particolare, gli operatori dello Spi Cgil possono attraverso il modello ObisM (busta paga del pensionato) o il numero della posizione Inps controllare le pensioni.
“I diritti inespressi – dice la segretaria provinciale dello Spi Cgil di Trapani Antonella Granello – non sono un bonus sulle pensioni minime, ma trattamenti previdenziali e assistenziali che l’Inps eroga a chi ne fa domanda e solo in alcuni casi eroga d’ufficio. Sono molti – prosegue – i pensionati inconsapevoli che non li richiedono, soprattutto tra coloro che usufruiscono di assegni inferiori a mille euro”.
Secondo le stime, su 18 milioni di pensionati ben 6 milioni avrebbero diritto al ricalcolo sulla base dei diritti inespressi con conseguente aumento della pensione.
“Un esempio per tutti – dice la segretaria Granello – è quello di una vedova e invalida civile, che vive con la reversibilità del marito e che non sapeva di avere diritto anche all’assegno al nucleo familiare. Da quando l’Inps ha smesso di inviare a casa il cedolino della pensione, anche lei, come tanti altri pensionati, non ha più potuto controllare quello che le spettava. A scoprire il suo diritto inespresso – conclude – è stato lo Spi che ha controllato la sua busta paga e le ha fatto recuperare i 52 euro mensili dell’assegno al nucleo familiare più tutti gli arretrati, per un totale di quasi 3 mila euro”.