Dopo avere causato dei disservizi alla città durante le festività, gli operatori ecologici che si occupano della raccolta differenziata hanno deciso di annullare l’incontro fissato per domani, in attesa della riunione dei sindaci di lunedì in Prefettura. La decisione, però, sarebbe stata presa a seguito dei richiami dei vertici dell’azienda, la quale avrebbe preso le distanze dalla vertenza intrapresa dai lavoratori da alcune settimane
È saltata l’assemblea dei lavoratori dell’Energetikambiente convocata per domani, che attendono ora i risvolti dell’incontro tra il prefetto e i sindaci della SRR Trapani Nord. Questa la notizia appresa nelle ultime ore. Secondo altre indiscrezioni, invece, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti ad Alcamo avrebbe preso le distanze dal comportamento degli operatori che nelle ultime settimane hanno lasciato alcune zone della città prive del servizio, come segno di protesta nei confronti del Piano stilato dagli uffici del Comune, presentato nell’ambito della SRR Trapani Nord, costituente l’Ambito Territoriale Ottimale, e necessario per potere indire la gara d’appalto nei prossimi mesi.
La protesta è maturata a fine marzo scorso, sostenuta dalle sigle sindacali, tra cui la Fit Cisl Trapani, che aveva lanciato l’allarme, e quelle del territorio alcamese. Tutte hanno partecipato le scorse settimane ad un tavolo tecnico con l’Amministrazione per discutere del citato Piano d’Ambito. La preoccupazione principale degli operatori ecologici consiste nel fatto che con la prossima gestione del servizio di raccolta rifiuti possano verificarsi dei tagli al personale. Secondo alcune stime, diffuse dai sindacati e riprese da diverse forze politiche della città, potrebbe realizzarsi una decurtazione di circa 40 posti di lavoro solo ad Alcamo. La paventata diminuzione dell’occupazione nel settore dei rifiuti, dunque, ha scaturito l’agitazione dei lavoratori del settore.
Bisogna dire che, ad oggi, si tratta di previsioni che non tengono conto del futuro fabbisogno di manodopera, a livello provinciale, per espletare il servizio. Infatti, il cosiddetto “porta a porta” dovrebbe essere esteso in altre città della provincia che compongono la SRR, che attualmente non lo prevedono e, in particolare, a Trapani. Quindi, si discute di numeri “ballerini”. A cavalcare la protesta sulle cifre dell’occupazione, come sopra anticipato, sono state diverse forze politiche, in primis Sicilia Futura, che ha sostenuto il rischio di una “macelleria sociale” con il nuovo Piano, e Sinistra Italiana, mediante le parole del suo rappresentante alcamese Massimo Fundarò, il quale ha definito la proposta dell’Amministrazione pentastellata, guidata dal sindaco Domenico Surdi, una “accattivante previsione di un milione e quattrocentomila euro di spesa in meno”, riferendosi al taglio dei costi che, con molta probabilità, renderà meno gravosa la TARI che dovranno pagare i cittadini alcamesi. Tuttavia, secondo l’esponente di Sinistra Italiana con la perdita di posti di lavoro.
Fundarò conosce bene la tematica dei rifiuti, avendo ricoperto il ruolo di assessore all’Ambiente fino a luglio 2013 nella giunta di Sebastiano Bonventre, con il quale si trascinarono le polemiche. Infatti, l’ex primo cittadino, dopo l’addio dell’allora assessore Fundarò, gli rispose per le rime, non mandando giù le critiche lanciategli dallo stesso in materia di Ambiente, sostenendo che il piano economico finanziario di raccolta rifiuti fino all’anno 2013 era stato per l’appunto gestito da Massimo Fundarò. Quest’ultimo aveva indicato come liquidatore e amministratore dell’ATO tale dottor Favoino, ritenuto da Bonventre poco incisivo nell’azione di controllo sulla raccolta differenziata, visto i riscontrati bassi ricavi. Infine, secondo l’ex sindaco, Fundarò si era occupato dell’iter progettuale della nuova discarica senza portarlo a compimento.
L’altro attacco ai grillini, come suddetto, è arrivato dal movimento Sicilia Futura, rappresentato ad Alcamo da Giacomo Scala, e della cui giunta, durante il suo secondo mandato da sindaco, Massimo Fundarò è stato assessore all’Ambiente. Sicilia Futura rappresenta la costola del PD siciliano. Nata nel 2015, l’ex primo cittadino ne entra a far parte l’anno successivo. Giacomo Scala è stato la storica spalla politica dell’ex senatore Nino Papania. Infatti, insieme all’ex onorevole hanno rappresentato il Partito Democratico per circa un decennio e il centro-sinistra dagli anni ’90 ad Alcamo. Entrambi hanno lasciato il partito per diverse ragioni. Il primo, in occasione delle ultime amministrative, ha cercato di discostarsi dall’esperienza della giunta che lo ha succeduto nel 2012, quella a guida Bonventre per l’appunto. Il secondo è stato dichiarato “impresentabile” dai vertici nazionali dalla commissione garanzia del PD per le elezioni nazionali del 2013. Papania era coinvolto in un’indagine sull’Ato Rifiuti, poi archiviata.
Ma cosa c’entra questa storia con il tumulto dei lavoratori dell’Energetikambiente? Il nome della società, in precedenza Aimeri Ambiente, finisce tra le pagine della summenzionata inchiesta in cui l’ex senatore veniva accusato di corruzione, e di altre, ancora in corso, nelle quali è imputato per voto di scambio. Nel primo caso, secondo le ipotesi dell’accusa – posizione ricordiamo stralciata – Papania avrebbe fatto assumere alla citata ditta le persone da lui segnalate. In cambio, secondo l’allora tesi dei PM, ci sarebbe stato il silenzio delle istituzioni sulla cattiva gestione del servizio e in particolare sul mancato smaltimento dei rifiuti differenziati. Nel secondo caso, invece, concernente il voto di scambio, Nino Papania, condannato in un primo grado di giudizio, avrebbe promesso posti di lavoro, impegno assunto nei confronti di Antonio Nicolosi, candidato al Consiglio Comunale nel 2012 tra le liste a sostegno di Sebastiano Bonventre (vincerà le elezioni come candidato sindaco per soli 39 voti di distacco dal suo rivale Niclo Solina).
Insomma, nel territorio trapanese, il mondo della gestione dei rifiuti e delle conseguenti assunzioni per espletare il servizio di raccolta si sono trovati per diverso tempo, ed in un certo senso continuano ad esserlo, in una coltre di nubi. A schiarire il cielo, riguardo il caso sulla presunta corruzione, non è servita la richiesta di utilizzo delle intercettazioni da parte dell’autorità giudiziaria. Il Senato della Repubblica, chiamato ad esprimersi nel 2014, si è pronunciato con un “No”.
Per non correre il rischio di apparire influenzati da forze politiche, gli attuali vertici della società Enrgetikambiente potrebbero avere scelto di sgombrare dal campo ogni possibile coinvolgimento nelle strumentalizzazioni di questi giorni. Sta di fatto che la città è rimasta, durante il periodo delle festività, in balìa delle gesta dei lavoratori ecologici che hanno optato per uno sciopero sui generis: lasciare a terra i rifiuti degli alcamesi senza adeguato preavviso. E ciò si è verificato dopo la diffusione del dato positivo della raccolta nel mese di marzo: 66%. Gli operatori sostanzialmente hanno chiesto rassicurazioni da parte delle istituzioni sul mantenimento del posto di lavoro con la prossima gara. Un’istanza discutibile visto che ad aggiudicarsi la gestione del servizio per i prossimi 7 anni potrebbe essere un’altra ditta. Tale eventualità comunque non porterebbe ad escludere il fatto che la società aggiudicatrice dell’appalto possa servirsi di personale con esperienza e del territorio. Il periodo di protesta però appare prematuro, dato che la gara dovrebbe essere gestita dall’UREGA prima dell’estate e quando ci si troverà di fatto in piena campagna elettorale per le elezioni regionali. Di promesse ai lavoratori preoccupati per il loro futuro potrebbero nel frattempo arrivarne tante. Intanto, ad oggi, la società Energetikambiente non sembra voler incorrere nella probabile richiesta di pagamento delle penali da parte del Comune. Da qui, il richiamo ai propri dipendenti.
Linda Ferrara