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Scrive Michele Giacalone sulle società partecipate trapanesi e la Biblioteca Fardelliana

Le partecipate pubbliche italiane oggi rappresentano uno dei mali peggiori, il costo per mantenerle è uguale a decine di manovre finanziarie. Tra di esse, circa 9000, molte assolvono bene i loro compiti, con oculata gestione finanziaria e soprattutto con ruoli che trovano giustificazione sociale ed economica. Tutte, anche quelle che assolvono bene i loro compiti, sono luoghi di allocazione clientelare, ricompense ai trombati politici di turno, sprechi enormi di risorse, chiaramente con le debite e piccolissime eccezioni. D’altronde, generalmente, non sono previsti concorsi pubblici per accedervi, di conseguenza l’unica possibilità di premiare il merito o quanto meno dare la possibilità a chiunque di potervi accedere viene meno. L’aberrazione più grande si raggiunge nelle oltre 1000 partecipate pubbliche dove esistono solo i consigli di amministrazione, cioè in poche parole non fanno nulla, non assolvono ad alcun compito, ma elargiscono migliaia di stipendi ad amministratori senza un lavoro.

Anche nella nostra città abbiamo le partecipate pubbliche, che con nature giuridiche diverse, rientrano nell’alveo generale. Ognuna ha i suoi compiti e svolge il proprio ruolo, pertanto quanto meno non rientrano nelle 1000 di cui sopra. La Trapani Servizi ed l’Atm si occupano della pulizia città e dei trasporti pubblici, con dipendenti propri, amministrazione finanziaria e gestionale autonoma, partecipate dalle casse comunali con contribuzioni diverse, di cui sconosco il numero dei dipendenti ed il carico di lavoro svolto, ma hanno delle entrate dirette o svolgono servizi diversamente remunerati. Un’altra partecipata è il Luglio Musicale Trapanese, magistralmente gestito negli ultimi anni con 9 dipendenti che hanno svolto un lavoro encomiabile negli ultimi tempi. Un’attività musicale e teatrale di indubbio valore, maestranze che collaborano con altri enti nazionali per allestimenti lirici e viceversa, una partecipazione dei cittadini alle molteplici manifestazioni che spesso raggiungono il tutto esaurito ed una gestione economico finanziaria trasparente ed oculata.

Ritengo che uno dei meriti più grandi dell’amministratore dell’ Ente Luglio sia stato il recupero del teatro, abbandonato e sconosciuto alla maggioranza dei cittadini, del Conservatorio Scontrino fatto con il lavoro delle maestranze dell’ente stesso che non è costato nulla in più alle casse comunali, con una valenza sociale di indubbio valore perchè allocato in uno dei quartieri più disagiati della città. Immaginiamo soltanto quanti milioni di euro sarebbero occorsi se l’intervento fosse stato fatto dal Conservatorio stesso o dal Comune di Trapani. L’amministratore del Luglio Musicale, nel suo ruolo ordinario, nulla di stratosferico, presenta progetti per richiedere finanziamenti statali e regionali, entra in graduatorie ministeriali che riconoscono l’attività svolta e riceve, con molte vicissitudini, il contributo comunale previsto dallo statuto dell’Ente. In poche parole, nel suo normale ruolo di amministratore cerca di trovare i sistemi per retribuire il lavoro svolto dai dipendenti, ripeto una decina,dell’ente, che è valutabile dalla cittadinanza.

Trapani poi ha un’altra partecipata pubblica, ed è la Biblioteca Fardelliana, di cui ultimamente si parla in continuazione per le vicissitudini che la riguardano. Da deformato personale e professionale della gestione finanziaria e soprattutto della spesa pubblica, come sopra ho cercato di sintetizzare, ho letto sui social e sui giornali alcune cifre e numeri che mi hanno spinto ad analizzare alcuni fattori. La Biblioteca Fardelliana come stipendiati ha 13 LSU due dipendenti a tempo indeterminato ed una dirigente a totale carico del Comune di Trapani che provvede alle loro remunerazioni totalmente. Il Dirigente costa € 92.000 annui, i due dipendenti a tempo indeterminato € 72.000 ed i 13 dipendenti a tempo determinato € 243.000 sempre annui ed a lordo delle trattenute fiscali. Quello che invece non è indicato è il lavoro svolto dagli stipendiati, la biblioteca assolve dei ruoli previsti dalla legge, mantenimento archivi, riviste e poi l’apertura al pubblico per consultazioni o prestiti. Chiaramente, lo dico al contrario, ad ogni stipendio deve corrispondere un lavoro e sinceramente non riesco ad immaginare cosa fanno 16 persone ogni giorno dentro la Biblioteca Fardelliana tra addetti all’area amministrativa ed all’area bibliotecaria perchè solo di questo si occupano. Con tutto il rispetto per il ruolo culturale e sociale dell’Ente che deve continuare ad essere assolto, a naso mi sembra che qualche eccesso ci sia. Nonostante il lavoro part time di alcuni, ci sono momenti durante la giornata in cui questi dipendenti troveranno senz’altro difficoltà a far passare il tempo, sarebbe interessante conoscere i visitatori giornalieri, il numero dei prestiti o quant’altro svolto da questi stipendiati perchè sul sito della biblioteca non si riescono a trovare.

Ci sono biblioteche in Italia che si consorziano, fanno attività culturali diverse, progettano per cercare finanziamenti, si aprono alla cittadinanza con manifestazioni varie insomma lavorano per abbattere i costi, trovare delle entrate e giustificare gli stipendi, non mi risulta che ciò avvenga alla Biblioteca Fardelliana Una riflessione che susciterà critiche perchè nell’accezione generale siciliana lo stipendio viene prima del lavoro e se tutto questo va a discapito dei nostri figli non ha importanza.

Michele Giacalone

Vice segretario regionale Scelta Civica Cittadini per la Sicilia

redazione

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