Categorie: AperturaRegione

Piano Paesaggistico, incontro tra Comuni e Assessorato regionale. Surdi: “Troppa incertezza”

Si è svolta in mattinata la riunione tra alcuni sindaci della provincia di Trapani e l’Assessorato regionale ai Beni Culturali e Ambientali. È stata manifestata, ai rappresentanti dei comuni interessati, la volontà di non sospendere le disposizioni del Piano Paesaggistico così come richiesto da alcuni deputati delle diverse forze politiche del territorio, firmatari di una mozione che verrà discussa prossimamente all’ARS

Sono stati convocati stamane, presso la sede regionale dell’Assessorato ai Beni Culturali ed Ambientali, i primi cittadini di Campobello di Mazara, Mazara, Petrosino, Castelvetrano, Calatafimi, Castellammare ed Alcamo, per discutere delle ultime disposizioni stilate dall’Assessorato regionale relative al Piano Paesaggistico dell’Ambito 2 e 3, ossia l’area nella quale ricade il territorio della provincia di Trapani. Tale adozione è avvenuta lo scorso 29 dicembre con il decreto a firma dell’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Carlo Vermiglio. Essendo la Sicilia una regione a statuto speciale, la tutela del paesaggio è demandata all’Assessorato e ai suoi organi periferici competenti per materia: la Soprintendenza per i Beni culturali ed ambientali. Quest’ultima, rappresentata dall’architetto Paola Misuraca, insieme al capo di gabinetto dell’assessore al ramo e al dirigente regionale, il dottore Michele Buffa, hanno raccolto i sindaci delle città summenzionate attorno a un tavolo teso ad instaurare un dialogo con gli amministratori locali in vista di prossimi incontri. Dialogo iniziato ieri, come riportato dalla nostra testata, con il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo.

Ma perché i comuni del trapanese si stanno mobilitando per il Piano Paesaggistico? Nel campo urbanistico il Piano citato viene definito come “Piano urbanistico territoriale” e mira a tutelare determinate categorie di beni territoriali, come vulcani, parchi, riserve, boschi, territori costieri, fiumi, etc. È importante in quanto è considerato un forte strumento di controllo (precede il Piano Territoriale di Comunità) oltre ad essere descrittivo, prescrittivo e propositivo nei riguardi della tutela del paesaggio. Dunque, il Piano Paesaggistico riconosce gli aspetti e i caratteri peculiari nonché le caratteristiche paesaggistiche, delimitandone i relativi ambiti. Quindi, per ogni determinato ambito vengono definite delle prescrizioni e previsioni che hanno come obiettivo quello di conservare e ripristinare i c.d. valori paesaggistici, ma anche riqualificare aree compromesse e degradate. In particolare, il Piano Paesaggistico individua le linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibilmente con i valori sopra citati. Per tale motivo, qualsiasi scelta che non tenga conto delle istanze del territorio, in questo caso l’adozione del Piano da parte della Regione, è stata mal digerita dai rappresentanti politici locali e dai professionisti del territorio della provincia di Trapani.

Ciò che è emerso dal confronto di oggi sembrerebbe, innanzitutto, l’irremovibilità dell’Assessorato in merito alla possibilità di sospensione del Piano Paesaggistico, chiesto nelle scorse settimane anche dai deputati delle diverse forze politiche presenti all’Assemblea Regionale Siciliana, firmatari di una mozione. Dunque, il motivo della convocazione dei primi cittadini, da parte dei vertici dell’Assessorato regionale, consisterebbe nella volontà di aprire una fase di concertazione con i comuni della provincia di Trapani, al fine di occuparsi degli errori macroscopici, materiali, ma anche omissioni, che sono stati riscontrati nella redazione del Piano. Gli enti locali, però, potranno in questo primo “step” fare solo le loro osservazioni sulle criticità emerse. In sostanza, ogni comune avrà la facoltà di sollevare delle questioni relative all’interpretazione del Piano Paesaggistico. Soltanto dopo la fase conclusiva del Piano si aprirà la fase delle osservazioni nella quale sarà possibile anche fare delle contestazioni sull’impatto dello stesso in ciascun territorio.

Nel corso della riunione, per l’appunto, sarebbero state evidenziate già alcune problematicità da parte dei primi cittadini. Abbiamo contattato il sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, il quale ha dichiarato: “Io rilevo principalmente che c’è troppa incertezza”. Poi, il primo cittadino ha aggiunto “Quando si cala uno strumento così imponente sul territorio si crea non solo allarme sociale, ma molta confusione ai tecnici sia comunali che privati, perché molte cose danno adito a più interpretazioni”. Tra i punti sollevati all’Assessorato e alla Soprintendenza da parte dell’Amministrazione pentastellata vi è la questione dei lidi sulle spiagge. Il sindaco Surdi ha affermato “Non si comprende da questo Piano, così come è formulato, se si possano continuare ad autorizzare i lidi o meno”. Infatti, il primo cittadino ha spiegato che secondo quanto disposto dal CGA non si possono realizzare le strutture per la diretta fruizione del mare. La Soprintendenza, al contrario, è del parere che questo Piano non intaccherà gli stabilimenti balneari. Dunque, la chiarezza è una delle priorità assolute chieste dai comuni per sgombrare dal campo tutti i dubbi interpretativi al fine di potersi pronunciare in merito.

Bisogna dire che il Comune di Alcamo, mediante il responsabile dell’allora Settore Pianificazione, aveva inviato nel 2012 delle osservazioni che non sarebbero state tenute in considerazione dall’ufficio competente alla definizione del Piano. Sembrerebbe, quindi, che a livello regionale si sia voluto accelerare un iter che invece avrebbe potuto prevedere tale momento di confronto tra le parti interessate prima della redazione del Piano Paesaggistico e che appare per l’appunto “calato dall’alto”. A partire dalla prossima settimana, e nel caso della città di Alcamo da lunedì prossimo, tutti i sindaci saranno sentiti singolarmente dall’Assessorato dei Beni Culturali. Venerdì pomeriggio, invece, l’Amministrazione ha convocato al Collegio dei Gesuiti un tavolo tecnico con gli esperti del settore, comunali e privati, per raccogliere le loro perplessità e farsi portavoce degli stessi in sede regionale. “È evidente che questo Piano non guarda le reali esigenze perché sì siamo a tutela del paesaggio, e su questo non c’è dubbio, però la pianificazione va fatta sentendo il territorio. Qui, quello che sta accadendo è che il territorio si sta sentendo dopo l’adozione del Piano”. Ad oggi l’incertezza, secondo l’opinione del primo cittadino porterebbe un freno allo sviluppo economico e turistico del territorio.

Linda Ferrara

redazione

I commenti sono chiusi.

Condividi
Tags: Domenico SurdiPiano Paesaggistico