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Caso “pozzi privati” ad Alcamo, la dirigente Parrino: “Ho informato io il segretario Ricupati”

Pozzi privati: Dopo l’avviso di garanzia per abuso d’ufficio, recapitatele la scorsa settimana, l’ingegnere, a capo dei Servizi Tecnici, racconta la sua versione dei fatti e rimanda al mittente, l’ex segretario Cristofaro Ricupati, le accuse. Sulla vicenda dei pozzi privati, finita sotto la lente della magistratura, è intervenuta anche la consigliera Rosalba Puma (M5S) che ha affermato “Mi chiedo come mai la questione salta fuori solo nel 2016”

“Non bisogna parlare sempre del passato”. È una delle frasi che la giovane Amministrazione pentastellata, guidata dal sindaco Domenico Surdi, si è sentita più volte ripetere sin dai primi giorni del suo insediamento, in particolare da parte delle vecchie forze politiche della città. Forse, perché si ha paura di riportare a galla problemi mai risolti? Ma come dice un famoso proverbio “Chi vuol dell’acqua chiara vada alla fonte”. Ed è sul tema dell’acqua che la magistratura sta indagando a fondo, dal maggio del 2016 ad oggi, per vederci per l’appunto chiaro sulla gestione del bene pubblico più prezioso.

Di tale “affaire” ci eravamo occupati l’estate scorsa quando, in pieno ferragosto, si era manifestata una “crisi idrica” dovuta alla chiusura dei pozzi privati da parte del Genio Civile di Trapani. Una crisi che sembrava ridursi ad una mera questione di legalità del meccanismo dell’approvvigionamento del bene comune. A detta inadeguatezza ha dovuto mettervi mano la giunta 5 stelle, dopo 14 anni di immobilismo in materia. Infatti, come ricordato nella nostra precedente inchiesta, nel 2002, a seguito della siccità che aveva colpito tutta la regione Sicilia, l’ex sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, aveva emesso un’ordinanza con la quale demandava la questione dell’approvvigionamento idrico non potabile ai proprietari dei pozzi che ne avevano dato disponibilità. Ma la domanda “Come avvenivano i pagamenti degli oneri concessori dei proprietari di tali pozzi?”, è quella alla quale tenta di rispondere l’indagine condotta dalla magistratura.

Detto quesito rimane senza risposta, certamente, da parte di coloro che avevano avuto per diverso tempo una responsabilità politica. Un carico che oggi pesa sulle spalle dei neoeletti. È noto, infatti, che si stia provvedendo a riportare sul sentiero della legalità ciò che parrebbe avvenisse in acque torbide. Per la prima volta, dopo 14 anni, nel bilancio del comune, che dovrebbe rappresentare lo specchio di un’Amministrazione, sono emerse le somme riguardanti i pagamenti delle succitate concessioni. Inoltre, la IV commissione consiliare, competente in materia, ha già definito una bozza di regolamento per la gestione dell’attingimento dell’acqua dei pozzi privati, che attende il parere dei servizi tecnici diretti da Enza Anna Parrino. La dirigente è stata recentemente raggiunta da un avviso di garanzia, nel suo caso per abuso d’ufficio, insieme a quattro proprietari dei pozzi e al geometra del comune Pietro Girgenti. Il funzionario comunale ha così commentato l’atto della Procura che trae origine dalla denuncia esposta dall’ex segretario comunale Cristofaro Ricupati, e riportata dallo stesso nella sua deposizione davanti alla Commissione Antimafia regionale, “Io mi ritengo completamente estranea ai fatti. Sono stata io personalmente a bloccare il rinnovo delle licenze sui pozzi. Sono stata io a fare la denuncia alla guardia di finanza. Sono stata io a informare il segretario Ricupati”.

La versione dei fatti della dirigente

Tra aprile e maggio del 2016 l’ingegnere Enza Anna Parrino, dirigente del Comune di Alcamo, ha esposto una denuncia alla guardia di finanza riguardante il meccanismo di concessione dei pozzi privati. Secondo il racconto dell’ingegnere, nel 2015 cambiava il responsabile del servizio del Comune di Alcamo (fino a quel momento il citato Pietro Girgenti). Impegnato in altre questioni, l’ufficio competente non ritenne prioritaria la richiesta di rinnovo delle licenze ai proprietari di tali pozzi. Il Genio Civile di Trapani, scrisse per la prima volta all’ufficio del Comune nel mese di febbraio, per ottenere risposta in merito alla proroga. Dopo averlo interpellato una seconda volta, il Genio Civile non otteneva ancora alcuna risposta. Ad un certo punto, secondo quanto riferitoci dalla dirigente ai Servizi Tecnici, i proprietari dei pozzi cominciarono ad insistere per ottenere il rilascio delle licenze, affidate fin dal tempo dell’ordinanza Scala. “Io quando vedo che le persone pressano, comincio a capire che c’è qualcosa che non va, che non funziona” ha dichiarato il funzionario comunale. Poi, ad un certo punto, come riportato dall’ingegnere Parrino, si presentava nell’ufficio del geometra Vincenzo Ponzio “uno” con una busta che affermava “Qua ci sono i soldi per le concessioni”. La dirigente ha dichiarato che la busta non è stata presa e che è stato mandato via il signore, presumibilmente proprietario di uno dei pozzi. Dunque, l’ingegnere, in compagnia del geometra Ponzio, informava il commissario straordinario Giovanni Arnone, il quale, in procinto di lasciare il suo compito giunto quasi a termine (aprile-maggio 2016), decise di non affrontare la questione e di passare la patata bollente al futuro primo cittadino (le elezioni amministrative si sarebbero tenute nel mese di giugno). Così, secondo la ricostruzione dei fatti dell’ingegnere Parrino, i due impiegati comunali si rivolsero al responsabile anticorruzione dell’ente: il segretario generale Cristofaro Ricupati. “Era responsabile anticorruzione quando diceva lui”, ha asserito la dirigente, ed ha aggiunto “Entriamo (con il geometra Ponzio n.d.r.) e gli raccontiamo i fatti. Sennò, come poteva venire a conoscenza?”. Cristofaro Ricupati è diventato segretario nel 2006, a fine primo mandato dell’ex sindaco Giacomo Scala (rieletto alla carica di primo cittadino dal 2007 al 2012), ed ha cessato tale ruolo con l’avvento della nuova Amministrazione a 5 stelle. Enza Anna Parrino, assunta nel ’94 dal Comune di Alcamo, poi dal 2005 all’ATO, è ritornata nel 2011 a ricoprire il precedente ruolo di funzionario in città, dopo aver vinto una causa per mobbing proprio contro l’ente locale. “Lui non mi disse niente”, ha affermato la dirigente. Poi, ha continuato “Gli domandai «Cosa dobbiamo fare?», e lui «Ma ora vedo». Dopo tale discussione, secondo quanto riferitoci dall’ingegnere Parrino, si è rivolta alla guardia di finanza. “La magistratura, prima o poi arriverà a quadrare le carte. Io sono assolutamente fiduciosa. Uno per non avere fatto niente, due per non conoscere fisicamente nessuno dei proprietari dei pozzi e non averli mai visti, tranne questi che sono venuti per poterci dare sta cosa (la busta n.d.r.), che abbiamo buttato fuori”. Dunque, da tale vicenda sembrerebbero emergere i contrasti atavici tra le figure apicali che hanno gestito la macchina amministrativa comunale per diverso tempo.

Le critiche sulla “gestione pozzi” della consigliera comunale Rosalba Puma (M5S)

Ciò che è venuto fuori sino a qui, in attesa ovviamente degli approfondimenti giudiziari, è che della questione “acqua”, ad Alcamo, la politica, ma non solo, se ne sia letteralmente lavata le mani. Il fatto che di questo “bizzarro” meccanismo di gestione idrica, mediante attingimento dai pozzi privati, qualcuno se ne stia occupando soltanto adesso, è incontrovertibile. Da quel famoso 2002, anno della prima e unica ordinanza Scala, non è stato più emesso alcun provvedimento volto a regolare la situazione. Stranamente si è operato sempre in una situazione di emergenza. A pensarla così è la consigliera comunale Rosalba Puma (M5S), presidente della IV commissione, sentita nei giorni scorsi dalle fiamme gialle. “Mi chiedo come mai la questione salta fuori solo nel 2016, risalendo al 2002, ben 14 anni prima, l’ordinanza sindacale con cui l’allora sindaco Scala ordinava il temporaneo prelievo d’acqua dai pozzi privati?”, ha affermato la consigliera pentastellata. Inoltre, la consigliera Puma ha sottolineato il fatto che con l’avvento della nuova Amministrazione finalmente si sono svolte le analisi sull’acqua dei pozzi e le chiavi d’accesso delle saracinesche ai siti, fino a quel momento in possesso dei proprietari, sono state restituite al Comune, ad agosto 2016, quando la giunta targata 5 stelle dovette far fronte alla emergenza. Infatti, ricordiamo che il Genio Civile chiuse i pozzi nella settimana del ferragosto, dopo ben otto mesi di “impasse”. Soltanto in seguito è stato trovato un accordo con l’amministrazione Surdi che ha preso l’impegno di stilare un regolamento in materia. Nulla, inoltre, era stato fatto fino ad allora in merito alla conoscenza del prelievo e al trasporto dell’acqua.

“Certo è che il lungo periodo di 14 anni, preso in esame, vede l’alternarsi di diversi dirigenti al settore interessato, nonché la presenza dello stesso dottore Ricupati. Non ultimo, nello stesso periodo si sono alternati diversi sindaci e diversi consiglieri, più o meno navigati dal punto d vista politico che, proprio nella figura di consiglieri, e nel primario interesse dei cittadini, dovevano svolgere evidentemente con più attenzione il loro ruolo di controllo”. Poi, ha ricordato che dal mese di settembre la IV commissione ha messo mano al regolamento ed aggiunto “Da sempre il movimento 5 stelle si batte a difesa dei diritti dei cittadini e il tema acqua, uno dei beni primari dell’uomo, è a noi particolarmente caro”.

Infine, la consigliera Rosalba Puma ha concluso “Ci si è accorti solo nel 2016 che le licenze vanno rinnovate annualmente e gli oneri concessori vanno riconosciuti con apposita determina dirigenziale? A questa e altre domande importanti spero le indagini in corso possano dare risposta nell’interesse della cittadinanza”.

Linda Ferrara

redazione

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