Un allestimento nuovo di zecca, che finalmente valorizza la Nave Punica e la Venere Callipigia. Ma anche un percorso lineare, che segue una direzione coerente da un punto di vista topografico – cronologico.
Si presenta così il Museo Lilybeo di Marsala, dopo i lavori che hanno ridisegnato la collocazione dei preziosi reperti ospitati al Baglio Anselmi, i cui locali sono stati inoltre interessati da interventi di adeguamento degli impianti alle norme europee e di ammodernamento del sistema di climatizzazione.
Particolarmente suggestivo l’adeguamento della sala espositiva della Nave Punica, che adesso si trova su un basamento ed opportunamente affiancata da una passerella che consente ai visitatori provare un’esperienza molto simile a quella di salire su un’imbarcazione dell’epoca, moltiplicando i punti di osservazione da cui ammirare il prezioso reperto. Un intervento, quest’ultimo, che si è avvalso anche della sponsorizzazione delle Cantine Pellegrino, che già avevano sostenuto il progetto di recupero, restauro ed esposizione della Nave Punica.
Tra le novità proposte ce n’è anche una a carattere cromatico, particolarmente visibile nel nuovo allestimento della Venere Callipigia: sono stati infatti inseriti alcuni pannelli porpora, colore che richiama la cultura fenicia di cui l’antica Lilybeo costituiva in Sicilia Occidentale uno dei tasselli più importanti.
In generale, si può parlare di un allestimento maggiormente in linea con lo spirito del tempo sia in termini di fruizione sia per la presenza di schermi che proiettano filmati e immagini legati al tema dell’archeologia navale.
Nel corso della conferenza che ha anticipato la riapertura del Museo, il direttore dei lavori Enrico Caruso e l’archeologa Maria Grazia Griffo si sono soffermati sui criteri seguiti nel corso dell’intervento, sottolineando come il nuovo allestimento abbia consentito di proseguire ma anche di superare la logica della mostra espositiva curata da Lina Di Stefano con cui il sito era stato aperto al pubblico nel maggio del 1986. Il risultato è una connotazione più adeguata a un’esposizione museale. Da qui le scelte fatte e la possibilità di inserire numerosi reperti che per molto tempo erano rimasti chiusi nei magazzini della struttura, integrandoli con altri provenienti dal museo “Solinas”.
Servirà ancora altro tempo e un ulteriore finanziamento per la collocazione della nave tardo-romana ritrovata a Marausa e di cui attualmente sono in esposizione solo alcuni pezzi (la chiglia di oltre dieci metri con le ruote di poppa e di prua; un fasciame con incastri a tenone e mortasa). “Stiamo lavorando per ottenere i fondi che ci consentiranno di portare qui al Baglio Anselmi il resto della nave”, spiega il direttore del Museo Luigi Biondo, che torna a escludere categoricamente la possibilità che il reperto possa essere portato a Trapani, come auspicato ancora in queste settimane da alcuni esponenti politici del capoluogo.
Nel corso della conferenza inaugurale, parole di soddisfazione per la riapertura del Museo sono state inoltre espresse dalla sovrintendente Paola Misuraca: “Finalmente questa città ha un museo degno delle opere che ospita”, ha affermato quest’ultima, ricordando anche il finanziamento del nuovo Museo degli Arazzi nell’ambito del Patto per la Sicilia. Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo (che ha parlato di una “nuova giornata storica per la città”); dall’ex direttore del Museo Maria Luisa Famà (attuale presidente dell’associazione “Amici del Parco Archeologico”), da Paola Alagna (per le Cantine Pellegrino) e dal presidente del Lions Club di Marsala Francesco Gandolfo, che ha inoltre proiettato due cortometraggi sulla Grotta della Sibilla e l’Ipogeo di Crispia Salvia. Lo stesso club service, peraltro, sponsorizza il Progetto Easy Vision per consentire ai diversamente abili di accedere a questi importanti luoghi di cultura che altrimenti non potrebbero conoscere.