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Dieci anni senza Dino Grammatico: Trapani ricorda l’onorevole poeta

Il 22 febbraio del 2007 morì Dino Grammatico, intellettuale raffinato nonché protagonista della destra trapanese. In occasione del decennale della sua scomparsa, venerdì 24 febbraio, a partire dalle 17.30, si terrà presso la Sala Conferenze di Palazzo D’Alì (Piazza Vittorio Veneto), la presentazione del volume «La Sicilia, il regionalismo e la questione meridionale». Dopo i saluti istituzionali di Vito Damiano (Sindaco di Trapani), Nicola Lamia (Dirigente Nazionale AICS) e Umberto Balistreri (Presidente ISSPE), sono previsti gli interventi Fabrizio Fonte (Presidente Centro Studi Dino Grammatico), Giuseppe Bica (Sindaco di Custonaci) e Nello Musumeci (Presidente Commissione Antimafia all’Ars). Modererà l’incontro il giornalista Nino Maltese.

«Un galantuomo della vecchia destra», con queste parole Maurizio Barbato sulle pagine de «La Repubblica» definiva Dino Grammatico e credo – afferma Fabrizio Fonte – che ricalchino perfettamente, seppur in maniera estremamente sintetica, la sua persona. Un’attività politica e culturale lunghissima (dalla fine degli anni ’40 del secolo scorso fino, sostanzialmente, alla sua scomparsa avvenuta nel febbraio 2007) da cui ancora oggi, non solo per fare memoria, possiamo attingere a piene mani, ma soprattutto per sottolineare la «lungimiranza visionaria», sia dell’uomo che del politico, in termini di idee. Ammesso che sia possibile, in qualche modo, scindere le due figure. Questo suo «pragmatismo di prospettiva» lo ha certamente proiettato, e non poteva essere diversamente, sul proscenio nazionale. Tant’è vero che ancora oggi se ne riserba ampiamente il ricordo. Ed in occasione della ricorrenza del primo decennale dalla scomparsa – prosegue Fonte – si è ritenuto opportuno ripresentare ai lettori alcuni tra i suoi scritti (esiste una notevole produzione), che sottolineano ampiamente questo tratto del suo profilo, che certamente travalica i confini Isolani e lo colloca tra i personaggi che hanno positivamente caratterizzato la seconda metà del Novecento italiano. Per tutta questa serie di motivazioni ci è sembrato opportuno selezionare alcune pubblicazioni, proposte di legge, interventi a conferenze o articoli giornalistici che potessero permettere, soprattutto alle nuove generazioni, di non disperdere il patrimonio derivante dal suo pensiero culturale e politico. A partire, in particolare, dal rilevante, quanto ovvio, impegno per la«Sicilia», ma anche l’attenzione prestata verso il concetto di «regionalismo» e la problematica della«questione meridionale». Proprio in tal senso – continua Fonte – si è voluta riprendere la narrazione di un’irredimibile Sicilia, con il suo «Processo alla regione siciliana» del 1974, in cui si metteva, già allora, in evidenzia che una certa idea malsana di autonomismo avrebbe, sul medio-lungo termine, portato al baratro socio-economico l’isola. Il triste esempio della Sicilia consentì, pertanto, a Dino Grammatico di prospettare una visione differente della «rappresentanza nelle Regioni» e, di conseguenza, delle modalità con cui le stesse dovrebbero essere amministrate per il bene comune. A partire, ad esempio, dagli organi di governo che sarebbero dovuti, per poi come del resto avviene oggi, essere eletti direttamente dai cittadini e non dalle assemblee. Particolare attenzione – concludeFabrizio Fonte – non poteva, infine, non avere la «questione meridionale», che ancora oggi paradossalmente non sembra trovare soluzione dinanzi ad una crisi strutturale che, in particolare sul piano socio-economico, proietta il Sud-Italia a rimanere, chissà per quanto tempo ancora, periferico e marginale rispetto ai canoni di sviluppo europei».

redazione

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Tags: Dino GrammaticoFabrizio Fonte