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Aeroporto, per Pino Pace occorre affrontare subito il rinnovo dell’accordo con la Ryanair

Pino Pace, storico presidente della Camera di Commercio di Trapani è alla scadenza del mandato. Il suo incarico potrà ancora essere rinnovato, ma occorrerà tenere presente della riforma del settore che è entrata in vigore dal primo gennaio del 2017.

Presidente Pace, che cosa prevede la riforma introdotta dal governo nazionale?

Nel quadro di una riduzione dei costi, che però nel nostro caso è ancora tutta da dimostrare, è stato deciso di accorpare le Camere di Commercio che prima avevano una competenza territoriale che coincideva con il territorio di ogni singola provincia. Inoltre gli organismi dirigenti non percepiranno più alcun indennizzo.

Quindi a Trapani cosa accadrà?

Di fatto siamo accorpati con gli enti camerali di Agrigento e di Caltanissetta. Trapani però manterrà il ruolo di capofila. Il personale resterà in servizio dove si trova adesso.

E per quanto riguarda gli organismi di direzione della Camera di Commercio?

Il mio mandato è già in regime di proroga come quello della giunta. Scadrà il prossimo mese di giugno. Gli organismi sindacali di categoria hanno già provveduto a segnalare all’assessore regionale Mariella Lo Bello, competente per materia, i nominativi da inserire nell’assemblea che lei stessa dovrà convocare e che eleggerà prima il nuovo presidente e poi la giunta.

Pino Pace rimarrà presidente?

La mia designazione è decisa dalla organizzazione sindacale, la Confcommercio, di cui sono dipendente. Ho rimesso il mandato nelle mani degli organismi regionali. A decidere però saranno i rappresentanti di tutti i sindacati di settore. Che sono trentatre.

Facciamo allora una specie di consuntivo di questi anni, in attesa di sapere se si ricandida e se sarà rieletto.

Nella nostra provincia il settore del turismo, in crescita in questi ultimi anni, ha fatto restare a galla il settore del commercio che in altre provincie segna decisamente il passo. Posso affermare che pur in periodo di crisi, le partite Iva nella nostra provincia non sono diminuite, anche se alcune realtà, per esempio quello dei negozi di abbigliamento, registrano un calo deciso delle entrate.

Quindi turismo da traino dell’economia. E quando si parla di turismo si parla dell’aeroporto di Birgi.

La Camera di Commercio in questi anni si è intestata l’accordo di co-marketing, facendo da collante tra i comuni e la Ryanair. Tra poco più di un mese scadrà il contratto, a che punto sono le trattative per il rinnovo?

Con la società irlandese non ci sono problemi…

Allora le questioni aperte con chi sono?

E’ un problema complesso. Si tratta di due accordi separati, uno tra i comuni, la Camera di Commercio con la Ryanair e l’altro tra l’Airgest e la società irlandese. Per aggirare alcune norme restrittive in materia, la regione Sicilia si è impegnata a dare 4 milioni di euro ai comuni e questi li “gireranno” all’Airgest per finanziare l’accordo con con la Ryanair. I comuni dovevano predisporre una richiesta ad hoc alla Regione, ma per quanto a mia conoscenza, non tutti lo hanno fatto fino ad oggi.

Poi c’è l’accordo diretto tra i comuni a la Ryanair

Anche qui si registrano mancati pagamenti per l’esercizio che va a scadere. Poi c’è da rinnovare il contratto e stabilire chi, al posto della Camera di Commercio, assumerà il ruolo di capofila.

Perché voi gettate la classica spugna?

Io e la giunta siamo in scadenza di mandato. Non posso prendere impegni per il nuovo organismo che deve entrare in vigore. Lavorerò fino all’ultimo perché l’aeroporto, vero volano dell’economia della provincia, rimanga attivo al 100%.

Allora chi ha i titoli per succedere alla Camera di Commercio, come capofila dell’accordo?

Intanto l’Airgest, poi l’ex provincia e non ultimo un sindaco della provincia. Sia chiaro però che l’economia della nostra realtà poggia molto sull’aeroporto. La prossima settimana convocherò una riunione con tutti i sindaci. All’ordine del giorno oltre al futuro anche il pregresso. Abbiamo deciso di mettere in atto una azione risarcitoria di tipo legale nei confronti dei comuni morosi che non hanno rispettato i pagamenti della quote di co-marketing.

Gaspare De Blasi

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