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Mafia, impresa e appalti: nuovi arresti nel castelvetranese

Stamane, dalle prime luci dell’alba, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani e del ROS stanno eseguendo 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti dell’imprenditore castelvetranese, Rosario Firenze, e il suo geometra Salvatore Sciacca per le ipotesi di associazione a delinquere di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. A coordinare l’inchiesta, denominata “Ebano”, è la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, secondo cui i suddetti soggetti erano al centro di un sistema che pilotava le gare d’appalto nel settore dei lavori pubblici, favorendo le imprese di Rosario Firenze. Un’attività di indagine, quella della Dda, che si inserisce nel solco della caccia al boss Matteo Messina Denaro e alla rete di fiancheggiatori che hanno contribuito alla sua latitanza e ad alimentare gli affari e gli interessi di Cosa Nostra in provincia di Trapani.

Sono in corso inoltre altre 4 notifiche della misura cautelare del divieto di esercitare l’attività d’impresa a carico di altrettanti imprenditori edili castelvetranesi (Giacomo Calcara, Benedetto Cusumano, Fedele D’Alberti e Filippo Tolomeo) e la notifica dell’avviso di garanzia nei confronti di altri 4 indagati tra cui due funzionari del Comune di Castelvetrano e due fratelli di Rosario Firenze. In corso inoltre altre numerose perquisizioni.

Rosario Firenze

Nello specifico l’imprenditore Rosario Firenze, nonostante il provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura di Trapani, era riuscito, attraverso la fittizia intestazione delle società ai fratelli, a partecipare alle gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori pubblici come i lavori di realizzazione della condotta fognaria nella via Maria Montessori, i lavori di manutenzione ordinaria di strade e fognature comunali nell’anno 2014 e i lavori di demolizione di fabbricati fatiscenti all’interno dell’ex area autoparco comunale di Piazza Bertani. Riusciva inoltre ad aggiudicarsi sub appalti da ditte compiacenti alle quali, grazie alle protezioni di cui godeva all’interno dell’ufficio tecnico del Comune di Castelvetrano, essendo appartenente a Cosa Nostra, faceva assegnare numerosi pubblici incanti, intervenendo in maniera fraudolenta sulla presentazione delle percentuali d’offerta a base d’asta.

Le indagini hanno permesso di accertare che Rosario Firenze da anni riusciva, attraverso questo modus operandi, ad essere uno degli imprenditori edili di riferimento di Cosa Nostra  nel territorio del Belice, versando periodicamente ingenti somme di denaro alla famiglia anagrafica di Messina Denaro, per il sostentamento della latitanza e delle esigenze della famiglia mafiosa.

Inoltre le dichiarazioni di Lorenzo Cimarosa, (cugino del latitante), hanno fornito importanti conferme al quadro accusatorio.

Altro elemento di spicco, tratto in arresto  nell’operazione è il geometra  Salvatore Sciacca, dipendente della ditta Firenze Massimiliano Sas, che manteneva i rapporti con i dirigenti comunali, insieme ai due fratelli del titolare e a quattro imprenditori edili castelvetranesi titolari di due imprese satelliti, la Concordia Costruzioni e la Multicostruzioni soc.

Salvatore Sciacca

Le informazioni di garanzia sono state notificate invece ai fratelli di Rosario Firenze e a due funzionari del Comune di Castelvetrano, già dirigenti dell’ufficio tecnico nei confronti dei quali è stata anche eseguita una perquisizione presso gli uffici comunali dove è stata sequestrata la documentazione relativa alle gare d’appalto truccate.

I Carabinieri hanno inoltre proceduto al sequestro delle due ditte, e del complesso aziendale, riconducibile a Rosario Firenze. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 6 milioni di euro.

Arriva, nel frattempo, una dichiarazione del sindaco di Castelvetrano Felice Errante: “Piena fiducia nei confronti della magistratura inquirente, oltre che massima collaborazione ed incondizionata disponibilità alle forze dell’ordine perché possano presto fare completa luce sui fatti oggetti di indagine. Apprezziamo molto e per questo i cittadini onesti della mia comunità hanno motivo di ringraziare pubblicamente, mio tramite, chi con abnegazione ha profuso in questi anni un lavoro che, anche nella nostra città, segna passi importanti verso la definitiva estirpazione del cancro mafioso. Da Sindaco, pur essendo la politica cittadina completamente estranea ai fatti, non posso esimermi dal rilevare che un’altra tegola si abbatte sulla nostra martoriata città e nel leggere i titoli di alcuni articoli pubblicati da importanti organi di informazione regionale e nazionale comprendo, sempre più, come la non oggettività alberghi presso alcuni di loro, quando si tratta di raccontare fatti che riguardano la città di Castelvetrano- afferma Errante- Sarebbe facile lasciarsi prendere dallo sconforto perché sembra che a nulla valgano i sacrifici portati avanti, costantemente e nel tempo, dalle amministrazioni di questa città per consentire una crescita economica e sociale nella legalità, quando ci si ritrova surclassati da notizie come quelle odierne. Ho letto di gare truccate, di patti criminali, di tavolini appositamente costituiti, tuttavia di queste osservazioni giornalistiche non ho trovato, almeno fino ad oggi, traccia nelle informazioni di garanzia delle quali sono venuto in possesso e notificate a due dipendenti comunali, che all’epoca dei fatti (anni 2012/2014) prestavano servizio all’ufficio tecnico del comune – continua Errante- Da quello che leggo e che naturalmente è a mia conoscenza agli stessi viene contestato il reato di abuso d’ufficio (art.323 c.p.) sull’attività di controllo esercitata su due interventi edili, uno riguardante una lottizzazione privata, l’altro un lavoro pubblico di circa €20.000,00, che seppur grave, nulla ha a che fare con appalti truccati e gare criminali. Tuttavia, nei confronti dei dipendenti coinvolti, in attesa dello svolgimento delle indagini ed in via cautelativa, ho dato espresso mandato al Segretario Generale e al Dirigente del Settore Servizi Tecnici di non consentire loro la partecipazione, a qualunque titolo, in procedimenti d’appalto. Sono quasi certo che il presente comunicato non riceverà la stessa attenzione dai media, non foss’altro perché in quella ricerca di sensazionalismo sfrenato, questo scritto, che riporta fedeli verità, non troverà spirito di cittadinanza”.

“Un altro passo in avanti è stato fatto verso la liberazione di Castelvetrano dal sistema criminale, di collusioni burocratico-clientelari e affaristico-mafiose, gestito da Matteo Messina Denaro”. Così il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commenta l’operazione “Ebano”.

“La magistratura e le forze dell’ordine – aggiunge – stanno colpendo ripetutamente questo sistema che ho più volte denunciato, in particolare con un’interrogazione presentata nel febbraio scorso. Proprio nell’atto di sindacato ispettivo citavo la revoca della concessione per una cava decisa dall’allora assessore all’Energia della Regione Siciliana, Salvatore Calleri, agli imprenditori Firenze coinvolti nell’operazione di oggi”.

“Matteo Messina Denaro – conclude Lumia – è ancora forte e potente, ma non è più invincibile. La sua cattura è possibile, siamo all’ultimo miglio. Bisogna fare tutto il possibile perché finalmente sia assicurato alla giustizia”.

redazione

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