Categorie: AperturaIo la penso così

Forma e sostanza

Ci sono degli aspetti della vita in cui la forma a volte collima con la sostanza. La politica, che del quotidiano di tutti noi fa parte, non sfugge alla regola. Voi andate ad una cerimonia e vi “acconciate” per le feste. Le signore cercano di mettere l’abito più bello e gli uomini la giacca, che era nell’armadio da chissà quanto tempo, e talvolta anche la cravatta. Abbiamo ripensato a questi aspetti in questi giorni di maratona televisiva in cui c’è stata la fine di un governo e l’ inizio del nuovo. Il contorno di tutto questo è stato uno stridere di forma e sostanza. Ha dato il via Matteo Renzi che si è dimesso da premier in diretta televisiva. Ora noi non sappiamo se ha telefonato prima al Presidente della Repubblica (o se gli ha mandato un whatsapp) per avvisarlo. Una volta ci si dimetteva dalla carica nelle mani del Capo dello Stato. Sempre dimissioni sono, ma la forma e la sostanza nel caso odierno non coincidono. Poi Matteo Renzi nella qualità di segretario del Pd, ha convocato la direzione nazionale del suo partito. Giusto. C’era da discutere del disastroso risultato elettorale ottenuto al referendum. Dell’organismo nazionale fanno parte dirigenti del Pd di tutta l’Italia, i quali si sono recati Roma per sapere, capire e decidere. E infatti Renzi ha parlato soltanto lui. Niente dibattito. Forma (direzione convocata con tempismo) e sostanza (tutti muti, parlo solo io) in questo caso non coincidono. L’assenza nelle delegazioni per le consultazioni con Mattarella, di Renzi è uno stappo alla forma e alla sostanza, ma visto che era ancora premier in carica, diciamo che si è trattato di uno strappino. Strappo ben più sostanzioso è stato quello dell’assenza di Matteo Salvini nella delegazione della Lega Nord, e di Berppe Grillo nella delegazione pentastellata. Se non si discute con i leader in queste occasioni, allora quando? E via così trasgredendo si è arrivato al giuramento del governo. Ora tutti noi abbiamo avuto delle occasioni importanti a cui siamo intervenuti, ma nella vita pubblica di chi ha scelto di fare politica, cosa ci può essere di più importante che giurare nelle mani del Capo dello Stato? Invece le signore ministre sembravano avere indossato uno “straccetto” che avevano trovato nell’armadio all’ultimo momento. Le cravatte dei ministri uomini erano intonati non con il vestito che indossavano ma piuttosto con al tappezzeria del Quirinale. Una strappo per il neo ministro degli esteri, Angelino Alfano. La cravatta stava bene con la giacca era quest’ultima e stava male con il leader del Nuovo Centro Destra, essendo di almeno due taglie più piccola del necessario. Stop. Fermiamoci. Non sappiamo neppure noi perché abbiamo scelto, in queste nostre note, un argomento così poco usuale. O forse sì, non abbiamo più nessuna fiducia in questa classe politica che ci rifugiamo in queste amenità. Scusateci.

Gaspare De Blasi

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Tags: giuramento