Consigli comunali con più ordini del giorno e riduzione del numero delle commissioni consiliari, sono alcuni degli accorgimenti che hanno reso possibile il risparmio delle casse del comune. Finora in aula “Falcone Borsellino” la partecipazione dei consiglieri è stata altissima e non è mancato il numero legale. Al primo posto nella classifica dei meno presenti in commissione figura Giacomo Sucameli del Partito Democratico
Più di 3000 sono state le visite online registrate in occasione dell’insediamento del consiglio comunale l’11 luglio 2016, grazie al servizio streaming adottato nel 2013 su proposta del gruppo consiliare ABC. Oggi, questo è diventato uno strumento importante per la partecipazione dei cittadini al dibattito politico della città e a costi contenuti. Ed è proprio di spese che ci accingiamo a discutere in queste ore visto che sono trascorsi 5 mesi dalla prima seduta consiliare. Quanti soldi sono stati sborsati finora dal comune per l’organo elettivo? Abbiamo provato a fare alcuni calcoli. È, sicuramente, lontana l’epoca in cui la cifra del gettone di presenza di un consigliere comunale terminava con due zeri, da un lato a causa del passaggio dalla lira all’euro, dall’altro per i diversi tagli che le leggi statali e, poi, regionali hanno realizzato, comportando di fatto il dimezzamento dell’indennità degli amministratori locali, i soli politici che hanno subìto le decurtazioni necessarie per il contenimento della spesa pubblica nei quasi, oramai, dieci anni di crisi economica. Dal 2000 (anno in cui è stata emanata la legge regionale concernente la determinazione dei gettoni di presenza degli amministratori locali in Sicilia) ad oggi, la spesa per il consiglio comunale di Alcamo è stata abbattuta di circa il 60%. Si è passati, infatti, da un importo di 100.000 lire (poco più di 53 euro) alla modica cifra di 34,16 euro per il gettone dei consiglieri comunali nei comuni da 40 mila a 250 mila abitanti, come nel caso di Alcamo.
Ma ciò che è avvenuto durante questi 16 anni non è stato sempre lineare. Infatti, nel 2002, mediante una delibera, il consiglio comunale aveva stabilito di aumentare la misura del gettone di presenza da 53,20 euro a 80 euro tondi. Nel 2012, anno in cui è stata eletta la precedente amministrazione, detta cifra ha subìto un taglio, dovuto all’applicazione del regime sanzionatorio per il non rispetto del patto di stabilità, determinando il nuovo importo del gettone di presenza: 60,75 euro. Quindi, il nuovo consiglio comunale, insediatosi l’11 luglio scorso, riceverà, non appena saranno determinate le indennità, un compenso più basso del 55% rispetto ai rappresentanti dei cittadini eletti nei quattro anni precedenti. Infatti, gli attuali consiglieri comunali non hanno ancora percepito alcun gettone di presenza. Nonostante ciò, si possono fare dei calcoli approssimativi su quanto l’attuale aula consiliare abbia già economizzato.
Comparando i dati degli ultimi cinque mesi con quelli dello stesso periodo dell’amministrazione Bonventre (ricordiamo che questa si insediò a maggio e il consiglio comunale a giugno, rispettivamente un mese prima della giunta Surdi e, dunque, degli attuali componenti l’organo elettivo), possiamo affermare che da luglio a novembre, si è registrato un calo dei costi pari a quasi 100 mila euro tra le sedute consiliari e quelle delle commissioni. Tale riduzione è, innanzitutto, riconducibile alla modifica apportata dall’ultima legge elettorale siciliana, entrata in vigore nel 2015 e, quindi, applicata per la prima volta ad Alcamo con il rinnovo dell’ultimo consiglio comunale. Il numero dei componenti l’aula consiliare è passato da 30 a 24. Lo stesso ammontare delle convocazioni del consiglio e delle commissioni consiliari, al di là dell’intervento della normativa, è diminuito. Ciò sembra derivare da una precisa scelta politica. 1.990 è il numero totale dei gettoni di presenza degli ex 30 consiglieri comunali percepiti da luglio a novembre 2012; mentre, 622 sono quelli complessivi dei 24 consiglieri avvenuti nello stesso periodo del 2016. In generale, nel 2012, sono stati spesi e liquidati in tutto 118.965.07 euro (cifra ridotta per gli effetti della legge regionale n.22 del 2008, del decreto legislativo 149 del 2011 e della legge 183/2011). Secondo i nostri calcoli, invece, il consiglio comunale in carica dovrebbe costare circa 21.247,52 euro, ai quali vanno detratti i 24 gettoni di presenza della seduta del 6 settembre, devoluti in favore delle popolazioni terremotate del centro Italia e 2 gettoni ai quali hanno rinunciato due consiglieri (Vito Lombardo e Annalisa Ferrara del Movimento 5 Stelle) per mancanza del numero legale in commissione bilancio convocata in seconda seduta.
Per quanto concerne invece la presenza all’interno delle commissioni consiliari, abbiamo provato a stilare una classifica che tiene conto della partecipazione ai lavori dal mese di agosto a novembre. Al primo posto, si colloca Giacomo Sucameli del Partito Democratico con 14 assenze registrate su 21 commissioni; lo segue al 2° gradino Caterina Camarda (ABC-Alcamo Cambierà) con 6 assenze su 16; terzi sul podio Mauro Ruisi (ABC-Alcamo Cambierà) e Noemi Scibila (M5S), assenti 5 volte su 18 sedute; 4° posto per Francesco Dara (Noi per Alcamo), mancato 4 volte su 14; poi, al 5° gradino, troviamo Annamaria Allegro (Noi per Alcamo), Gino Pitò (ABC-Alcamo Cambierà), Saverio Messana (Udc), Alessandra Cuscinà (M5S), con 3 assenze ciascuno; al 6° posto, chiudono la classifica Fillippo Cracchiolo (PD), Filippo Salato (M5S), Francesco Viola (M5S), Francesco Cusumano (M5S), con un’assenza a testa.
Nelle settimane scorse, il presidente Baldo Mancuso (M5S), in risposta ad un articolo di giornale che aveva bollato come “fuffa” i lavori consiliari, ha manifestato la sua idea in merito. Il presidente Mancuso, infatti, ha pubblicato sul suo profilo social un prospetto nel quale veniva fatto un confronto fra i primi 3 mesi di lavoro del precedente consiglio comunale e quello attuale. Precisamente, sono state comparate le 11 sedute del precedente organo elettivo, con allora presidente Giuseppe Scibilia del Pd, con le 8 effettuate dagli eletti in aula Falcone Borsellino. Ben quattro consigli comunali del 2012, furono rinviati per mancanza del numero legale, facendo “scattare” il gettone di presenza anche della seduta successiva. I punti all’ordine del giorno variavano da un minimo di due a un massimo di quattro. Invece, le sedute presiedute da Baldo Mancuso si sono svolte con un minimo di due ad un massimo di 7 punti all’odg, e una media di 5 ore di lavori. Il presidente Mancuso nel suo post ha tralasciato l’approvazione del bilancio allora non discusso ancora in consiglio comunale. In seguito, due bilanci sono stati portati in aula, e nel giro di un mese. Infatti, l’ex commissario Arnone, terminato il suo incarico, ha lasciato la nuova amministrazione senza lo strumento finanziario, con poche possibilità di manovra per quanto concerne l’anno che sta per concludersi. Il bilancio del 2015, infatti, doveva essere deliberato dal precedente consiglio comunale. Tuttavia, 1 milione e 400 mila euro, grazie all’approvazione dell’ultimo rendiconto, verranno spesi in questo ultimo mese, scongiurando un Natale al freddo, senza nemmeno le coperture finanziarie.
Linda Ferrara