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Le corde psichedeliche degli Archibugi-Zeppelin al Baluardo

Un trio d’archi prog rock. Possibile? Sì… per il numeroso pubblico accorso al Teatro Baluardo Velasco domenica pomeriggio. Un sold out meritato per il secondo appuntamento di BaluArte, la rassegna di qualità, con la Q maiuscola. Prova ne hanno data gli Archibugi String Trio, ovvero il violino dell’impressionante Alessandro Librio, il violoncello curioso di Giuseppe Guarrella, il contrabbasso simpatico di Lelio Giannetto, che sul palco del piccolo spazio teatrale di Marsala, hanno riscritto, nel vero senso della parola, i Led Zeppelin. Aprendo con “Kashmir”, il trio in perfetta sintonia ha scambiato note, sguardi, complicità. Un mix (im)perfetto di pura psichedelica per circa un’ora di concerto. Il violino di Librio così struggente e “storto”, proviene letteralmente dal mondo anni ’70, rivisitando gli anni d’oro in chiave molto attuale considerato l’ensemble.

Da “Starway to heaven” a “Whole Lotta Love”, gli Archibugi, procedono tra assoli e intermezzi di musica classica, proponendo anche brani “fuori menù” come quello della corrente rock in opposition, in omaggio ad una violista cecoslovacca. Giannetto dà il tempo ai suoi colleghi con una semplice sveglietta in mano, poi i loro strumenti si trasformano in percussioni e, col naso tappato, i tre accompagnano la melodia. Perché anche la melodia è stata la protagonista in questo concerto, a riprova che musica sperimentale, progressive rock e classica contemporanea possono più che convivere, possono ben sposarsi.

redazione

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