Una domenica tinta di sangue per la comunità di Paceco. Si tratta di un nuovo caso di “femminicidio” in cui una donna, la 60enne casalinga Anna Manuguerra sarebbe stata uccisa dal marito, il coetaneo Antonio Madone, di professione carpentiere. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe accoltellato a morte la moglie al termine di un litigio causato da futili motivi, colpendola con diversi fendenti. Dopo di che si è dato alla fuga, non riuscendo però a far perdere le proprie tracce. Poco dopo l’episodio Madone è stato infatti tratto in arresto dai carabinieri, che lo hanno fermato nei pressi della torre di Nubia. I tre figli della coppia, tutti di età adulta, non erano presenti a casa al momento del litigio. Uno di loro fa il carabiniere. Dalle notizie fin qui emerse pare che la famiglia Madone non vivesse in condizioni di particolare disagio economico, nè che vi fossero state in precedenza denunce di violenze o maltrattamenti da parte della donna. I due coniugi si erano comunque da poco separati.
A dare l’allarme l’80enne madre della vittima, che vive accanto alla figlia. I tentativi di rianimare la donna da parte del personale sanitario del 118 si sono comunque rivelati vani.
I carabinieri hanno posto sotto sequestro l’abitazione in cui si è consumato il delitto e stanno cercando di ricostruirne con completezza l’intera dinamica.
Un dramma familiare che va tristemente ad arricchire le statistiche che ogni anno in Italia vedono il verificarsi di una media di un femminicidio ogni tre giorni. Inevitabilmente, l’odierna vicenda riporta alla memoria un altro drammatico episodio accaduto il 4 luglio del 2012, quando il corpo senza vita della 39enne Maria Anastasi (al nono mese di gravidanza) fu trovato carbonizzato nelle campagne trapanesi. Per quel delitto, il marito Salvatore Savalli e la sua amante Giovanna Purpura sono stati condannati all’ergastolo.