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Americanate

E così, anche contro ogni più pessimistica previsione, sovvertendo anzi ogni sondaggio demoscopico intellettuale ed elucubrazione statistica o calcolo delle probabilità e contro ogni inutile indagine sociologica da bar sport, Donald Trump è il nuovo presidente USA. Tutti a pensare che anche turandosi il naso, sputando a terra, grattandosi la fronte e compiendo altri gesti apotropaici, gli americani avrebbero comunque votato Hilary e invece no. Ha vinto il Rosso malpelo col parrucchino e pettinatura modello “riporto” labile al vento.
Tutti a dire che no, che non possono essere diventati così irresponsabili gli americani ( ma sono mai stati sensati gli americani?) e che alla fine, in fondo in fondo, sarebbe prevalso il buon senso, il padre di tutte le coscienze pure e responsabili. E invece eccovi servito lo choc.
Ora si fa presto a dire che gli americani di buon senso ne hanno sempre avuto pochino e sfoggiato ancor meno, e che il loro concetto di “ pace e democrazia” spesso significa bombe e soldati, Enola gay e desert storm e che il modello democratico esportato spesso coincide con l’ azzeramento di uno status quo esistente, e che loro fanno le guerre “ solo” per aiutare l’ industria siderurgica ( va bene so che starete pensando che uno Stato deve mirare a rinsaldare l’ ossatura economica e che pazienza se gli effetti collaterali del progresso hanno come conseguenza morti, azzoppati, sventrati, decapitati, annegati, storpiati perché il mondo mai è stato giusto e mai lo sarà e che il Dio denaro va sempre adorato) ma quel caciarone turbolento del Donaldo presidente non ce l’ aspettavamo.
E invece, trallallero e trallalà, uno va a dormire e si sveglia con l’ arancione maschiaccio americano alla Casa Bianca.
Maschilista, misogino, volgare, sciovinista, conservatore, tycoon, (parola d’offesa è) e puttaniere. Così l’ hanno definito e certo non aggiungo altro perché per il momento ho terminato l’ elenco dei pregi.
E si sa che l’ America detta tendenza, traccia percorsi, anticipa il futuro. È una sorta di veggente senza sfera di vetro ma con palle di cannone nelle quali c’è scritto passato presente e futuro, e che è in un certo senso sempre “ avanti” rispetto al resto del mondo. E che sa già come andranno le cose e da che parte penderà l’ ago della bilancia e della bussola, non perché sia LEI a dettare le regole del gioco ma perché ha il dono della divinazione appunto.
L’ America è dunque timoniera, condottiera, poliziotta e maga e ci avvisa attraverso l’ elezione alla Casa Bianca dell’ improponibile Trump che siamo andati troppo avanti, che questo mondo così globale, così perennemente in espansione, infinito e ottimista, non può continuare ad allargarsi e ad accogliere tutti, a modernizzarsi , ad evolversi appunto e che ci vuole una regolata, una riduzione, un rientro nei gangli farraginosi della tradizione immutabile. Una implosione occorre, un ritorno al passato, ai confini, alle frontiere, al tuo e al mio, al tu stai lì e io sto qui e non ti schiaccio perché mi servi, al cordiale ma non troppo perché se no ti prendi troppa confidenza e che diamine le cose giuste. Un ritorno a frasi fatte, meravigliosamente inutili come una volta sì che si viveva meglio.
E certo che anche i fondamentalisti musulmani ci hanno messo del loro. Fin dentro casa dei civilissimi americani sono andati a rompergli le scatole.
Allah Akbar e boom, salta in aria il fanatico che si immola, l’ utile idiota, la vittima sacrificale che crede di vivere il suo giorno, l’ultimo giorno da leone. E sottrarsi così al destino della pecora longeva e non sa, e non lo capisce, che comunque e sempre come una bestia è stato trattato. Ma tanto non gli importa perché con il Paradiso che lo aspetta per offrirgli da bere da mangiare e trastullarsi con bellezze mediorientali per l’ eternità, vale la pena di ridursi a poltiglia sparpagliata sul lastricato.
Dicevo dunque, anche loro, i fanatici intendo, (nulla di religioso e santo hanno perché dietro di loro c’ è un più complicato e subdolo progetto politico che ha come scopo quello di destabilizzare il malsano e peccaminoso occidente) hanno dato il loro forte contributo per scatenare, inculcare e sedimentare le nostre paure e soprattutto quelle americane e fatto sì che la paura generasse il figlio dello spavento appunto, il Donaldo galletto ruspante. E allora si sa che quando ci sentiamo in pericolo scegliamo un protettore, un padre che ci guidi, che pensi ed agisca per noi, che ci liberi e ci difenda dagli assalitori e dalle insidie delle invasioni.
Fra musulmani e ispanici, gli yankee si sentono sotto assedio.
Vogliono certezze e l’orange man è in grado di parlare alle pance e perché no, anche ai portafogli.
Poco importa se Donald dice e pensa ( eheh che pensi è un eufemismo) che le donne sarebbe meglio che restassero a casa ad occuparsi della famiglia smettendola di mettere a repentaglio la crescita demografica di un Occidente che si sta sbriciolando sotto la scure della cosiddetta libera scelta di non fare figli. Poco importa che consideri le gentili signorine ( dai trenta un su manco le prende in considerazione) buone soltanto per una cosa ( in verità due, sesso e riproduzione appunto).
Poco importa se vuole il muro col Messico e l’ eliminazione del diritto di cittadinanza per nascita sul suolo americano, e che per i posti di comando sia da preferire comunque un americano. E poco importa ( ma come! non basta? ) se ritiene il riscaldamento globale un vezzo, una quisquilia inventata da quattro sedicenti climatologi piantagrane e sfigati e che occorra puntare sempre sul petrolio. E che per quanto riguarda la politica estera suggerisce un esplicito “ che si arrangino” e tanti saluti e chi s’è visto s’è visto.
Poco importa perché ci sono cose più importanti. Un ritorno alle origini per esempio. Alle tradizioni. Alla casa. Alla patria. All’ordine millenario che regola il mondo. Al giardinetto da coltivare senza badare al vicino che soffre. All’egoismo malsano di chi non vuol perdere manco una briciola della sua pagnotta.
È tutto collegato. Ovunque. Sempre. E anche se ciò che accade lontano da noi ha ripercussioni inarrestabili ed ineludibili e si sa che tutto è causa ed effetto conseguenza di offesa o danno o reazione ad una provocazione, l’ elezione di Trump non me l’aspettavo. Nessuno se lo aspettava. Anche quelli che ora fanno gli splendidi, i dottor Satutto dell’ ultima ora e le zì Bette cuntrariuse a prescindere.
Nessuno si aspettava che vincesse l’ imbarazzante personaggio, tanto imbarazzante che al suo cospetto il nostrano, ruspante, gagliardo e vegliardo Silvio è un vero gentleman, uno di quelli che per il garbo intuisci che dorma col il libro di galateo sotto il cuscino.
Ma così come non tutti gli inglesi hanno votato e sono per la brexit, e così come non tutta la Gran Bretagna è Londra, la cosmopolita e progressista, allo stessa maniera tutta l’ America non è trumpiana.
C’è sì l’ America “ vecchia” dell’ Old West, l’ America delle pistole, dei cowboy e delle praterie
(verdi praterie, pascoli, orizzonti infiniti, distese che noi ce le sogniamo e che un tempo erano dei pellerossa decimati e “ riservati” non dimentichiamolo), una America che poco ha in comune con il newyorkese moderno e metropolitano e che lo ha votato.
E con questo non voglio dire che il voto di the Donald è esclusivamente un frutto campagnolo ma dico che è figlio di un ceto medio incattivito perché ha visto sfumare la certezza di “I have a dream”. Fiducia e dollari per intenderci.
Gli americani eleganti non sono mai stati. Sono eccessivi. Nel bene e nel male, nel loro essere patriottici, benpensanti e perbenisti, sono esagerati. Vestono male mangiano ancora peggio
Spesso sono uno choc per gli occhi ma l’errore che possiamo fare è dire “gli americani sono come Trump e si meritano Trump”.
Hilary non era un candidato forte. Anzi direi che ella rappresenta le menzogne, gli intrallazzi, il giochi di potere indigesti. E allora fra mandare a comandare una così e uno zotico, hanno scelto lo zotico che ringhia e che parla al ventre della gente. Gli americani fanno americanate appunto.
Eppure una nota positiva in tutto questo c’è. Pensate a quando si incontreranno il nostrano spaccone bullesco, sfacciato Renzie e il rubicondo canagliesco e sboccato Donaldo. Pensate che vi trovate al cospetto dei protagonisti del sequel di scemo e più scemo o di Mr Bean. E grazie a questo non vi bollirà il sangue nelle vene. Né vi vergognerete, voi che siete ancora capaci di farlo, per loro.
Il mondo va dove è sempre andato. In cerca di luoghi da sfruttare, di persone da sottomettere e depredare. E a chi dice che è colpa dei tempi moderni questo ritorno all’oscurantismo e alla politica protezionistica, dico che in realtà non è cambiato niente. Tutto è fotocopia del tempo andato, coazione a ripetere, tautologia
Mala tempora currunt sed peiora parantur. E chi c’è, c’è.

Tiziana Sferruggia

redazione

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Tags: Donald Trump