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Confiscati beni per 100 milioni di euro all’imprenditore Di Giovanni

Originario di Monreale, ma con interessi e legami nel trapanese, l’imprenditore edile Calcedonio Di Giovanni è stato oggetto di un provvedimento di confisca da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani (presieduta dal giudice Piero Grillo) su proposta della Direzione Investigativa Antimafia Nunzio Ferla. In particolare, la confisca comprende oltre 400 unità abitative per un valore complessivo superiore ai 100 milioni di euro. Secondo l’accusa, Di Giovanni, pur non risultando formalmente affiliato, sarebbe stato “contiguo” a Cosa Nostra, in particolare alla famiglia Agate di Mazara del Vallo, senza dimenticare i rapporti con il faccendiere Vito Roberto Palazzolo. Il provvedimento di confisca comprende, oltre a società con sedi a San Marino e Londra, anche il noto villaggio turistico “Kartibubbo” di Campobello di Mazara, che avrebbe ospitato mafiosi latitanti. Attraverso meccanismi fraudolenti, Di Giovanni avrebbe avuto accesso a cospicui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti la mafia di Castelvetrano.

Sotto il profilo patrimoniale, è stata accertata inoltre l’esistenza di una palese situazione di sperequazione fra redditi dichiarati da Di Giovanni e la formazione del patrimonio, riconducibile, in gran parte, a proventi illeciti derivanti dai reati di lottizzazioni abusive, di truffe, di furti, di omissioni contributive, di fatturazioni per operazioni inesistenti e di bancarotta per distrazione. Il Tribunale di Trapani ha quantificato in oltre sessanta milioni di euro il debito accumulato dall’imprenditore nei confronti dell’erario per evasione fiscale.

Per Di Giovanni è stato infine decretato il regime di sorveglianza speciale per un periodo di tre anni.

redazione

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Tags: Calcedonio Di Giovanni