Categorie: AperturaCronacaProvincia

Notte di fuoco nel trapanese. Due incendi devastano le pendici di Erice e Calampiso

Due tra le aree più belle della Sicilia Occidentale travolte ancora dalle fiamme. Una notte di duro lavoro per gli uomini del comando provinciale dei vigili del fuoco di Trapani, che sono stati chiamati agli straordinari per sedare due incendi divampati quasi in contemporanea sulle pendici del monte San Giuliano e nei pressi di Calampiso.

Nel primo caso, le fiamme hanno interessato in particolare contrada Fico, lungo la strada che conduce da Valderice a Erice, danneggiando la vegetazione che caratterizza l’area. L’intervento dei vigili del fuoco si è protratto fino all’alba, quando gli uomini del comando provinciale sono riusciti a spegnere gli ultimi focolai.

Ancora più complessa si è rivelata la situazione nel territorio di San Vito Lo Capo e, in particolare in località Zarbo, nei pressi di Calampiso, dove l’incendio ha danneggiato anche l’esterno di alcune villette. Nessun danno per il noto villaggio turistico che si trova nelle vicinanze, anche se alcuni avventori hanno preferito di propria iniziativa lasciare la struttura. Sul posto sono intervenuti anche i militari dell’Arma dei Carabinieri, che hanno monitorato la situazione. Anche qui, dopo diverse ore di lavoro e l’utilizzo di numerosi mezzi, l’incendio è stato definitivamente spento all’alba, quando il personale del comando provinciale, che si è avvalso della collaborazione del Corpo Forestale, ha constatato l’esaurimento degli ultimi focolai, procedendo alla necessaria opera di bonifica.

A coordinare le operazioni di soccorso è stato il funzionario Giovanni Calcaterra. In entrambi gli episodi le cause che hanno originato gli incendi sono ancora in fase di accertamento. Probabile, comunque, l’origine dolosa.

Un ringraziamento da parte del sindaco di Erice Giacomo Tranchida è andato ai volontari delle associazioni di Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco e agli uomini della Forestale.

In poche settimane – ricorda il primo cittadino ericino – è il secondo tentativo notturno (vedasi Gianguzzi) operato con criminale strategia da chi è consapevole dell’impossibile intervento aereo notturno dei Canadair per lo spegnimento degli incendi ed in versanti di Monte Erice assai critici ed esposti all’alimentazione incendiaria del vento. Notevole la superficie interessata dall’incendio, circa 50 ettari, per lo più formata da vegetazione spontanea mediterranea ed in particolare distrutta la pineta su Capo delle Scale a confine con Valderice, proprio da dove parte uno dei sentieri CAI che portano alla Chiesa S. Ippolito con doppia biforcazione Runzi/Torretta Pepoli – Quartiere Spagnolo”.

Tranchida al contempo si chiede come mai la “strategica” autobotte 1 della Forestale, distaccata nella postazione di Capo delle Scale (zona frontaliera l’area in cui è stato applicato l’incendio), “risulta essere stata chiamata nel pomeriggio di ieri in soccorso dell’incendio su San Vito Lo Capo, inevitabilmente facendo venire meno la “copertura” e dunque l’immediato idoneo pronto intervento in zona, con la conseguenza inevitabile dell’espansione dell’area incendiata ed il reale pericolo per la vetta di Erice e la zona Marotta di Valderice”.

Le strategie di prevenzione – prosegue il sindaco di Erice – pur nell’ambito dell’autonomia del Corpo Forestale della Regione debbono essere concertate con i Comuni e le locali Autorità di Protezione Civile, che non possono essere relegati solo a fornire uomini/volontari, mezzi sostitutivi e acqua oltre tanta pazienza ed impegno civile per salvaguardare poi, innanzitutto un bene demaniale della stessa Regione qual è Monte Erice. La Regione non può garantire uomini e mezzi per salvaguardare il “suo” Monte. Lo dica chiaro Crocetta e compagni, affidi al Comune di Erice tale immenso patrimonio e la mia Amministrazione oltre a fare il mestiere dell’EAS per la manutenzione delle reti idriche si farà carico di rimboschire e tutelare direttamente Monte Erice …basta ci si conceda la deroga al Patto di Stabilità ..abbiamo tante risorse dei cittadini ericini e di una comunità enorme oltre confine comunale che ha già “adottato” il Monte, dalla storia dei secoli.

redazione

I commenti sono chiusi.

Condividi
Tags: CalampisoericeGiacomo TranchidaSan Vito Lo Capo