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A Petrosino un sentiero artistico per visitare le opere della Street Art

Realizzato a Petrosino un sentiero di immagini, luci e suoni per ammirare al meglio le opere d’arte nate dall’estro di artisti internazionali di street art, selezionati dalla commissione del concorso Art’s Oasis, giunto alla seconda edizione. Un esempio indiscutibile in cui il linguaggio artistico contemporaneo può essere utilizzato per la riqualificazione urbana. E’ così che, dopo due settimane intense di lavoro da parte di otto street artist sui prospetti di fabbricati privati, il Comune di Petrosino vanta adesso otto opere di arte urbana, che di fatto donano un valore aggiunto alla città per la bellezza a l’originalità delle installazioni.

Dal 17 al 27 agosto, dalle 21 alle 23, i visitatori e i cittadini di Petrosino saranno interessati da un’esperienza percettiva e sensoriale, attraverso luci, musica e suoni sperimentali che ciascuno spettatore vivrà in modo personale lungo il sentiero “Masar”, che interesserà le vie: Ugo La Malfa, Pio La Torre, Pietro Nenni e via Alcide De Gasperi. Dopo lo straordinario successo dello scorso anno, il programma di Petrosino Estate 2016 si è arricchito quindi della presenza dei nuovi linguaggi dell’arte contemporanea. Nel mese di luglio si è svolto il Festival delle arti contemporanee, che ha visto protagoniste le opere di street art realizzate dagli otto artisti selezionati dal concorso Art’a Oasis: Kampah, Roxy in the box, Pao, Ascanio Danis, Julia Debasse, Narcisa Monni, Massimo Rizzuto e Dzia.  Il progetto Art’s Oasis, come ci spiega l’ideatore del concorso, l’architetto Gianvito Piccione,  ha l’obiettivo di dare alla comunità petrosilena oasi urbane dislocate nel suo  territorio, così da creare un  contraltare al deserto culturale  e sociale cui città è stata abituata  fino al passato recente.

La riqualificazione di aree urbane con la creazione di oasi d’arte attraverso istallazioni artistiche (6 nella 1^ Edizione del concorso) e murales (8 nella 2^ edizione del concorso) ha conseguito importanti risultati, fra i quali ricordiamo:

–  la riqualificazione urbana puntuale ad aree marginali o degradate;

–  l’aver reso la cittadinanza attiva al processo, e ciò con evidenti riflessi sul piano culturale (museo a cielo aperto);

– l’aver creato nella comunità  la consapevolezza dell’importanza delle oasi d’arte come bene pubblico;

–  l’istituzione di un  “Masar” (sentiero in arabo) che mette in collegamento le diverse oasi d’arte facendo entrare Petrosino, a pieno titolo, nel circuito internazionale dell’arte contemporanea.

Il Masar è un percorso che inizia alla porta d’ingresso della città, attraverso il suo asse viario principale, fino ad arrivare al lungomare.

Percorrendo il sentiero, la prima oasi d’arte è “Lighea” della brasiliana Julia Debasse che rende omaggio al racconto di Tomasi di Lampedusa. Un murale dai tratti tipici dell’arte latino-americana. I due personaggi innamorati, l’uomo e la sirena che guardano la mole Antonelliana,  sono posti alle due estremità , quasi a rimarcare gli antipoli dei due mondi (quello terrestre dell’uomo e quello marino della sirena). Proseguendo l’asse cittadino, in macchina o in bici, dopo qualche centinaio di metri si incontra “StARTer” della napoletana Roxy in Box, che rappresenta l’attimo del lancio in acqua di una nuotatrice. Una vera e propria dedica a tutte quelle persone che avranno il coraggio di stravolgere la loro vita con nuove partenze. Un forte augurio, oltre che uno stimolo,  ai siciliani che si sono e si riscatteranno coraggiosamente dalla mentalità mafiosa e affinché si possano lanciare liberamente. Arrivati nella Piazza F. De Vita, si può ammirare “La signora Giovanna” della sarda Narcisa Monni. L’artista,  sostenitrice  convinta dell’anti street-art, usa la parete murale come una tela nella quale rappresenta un bouquet di fiori con le classiche colature di colori tipici della sua arte. Subito dopo, troviamo il “Fenicottero” dell’artista belga Dzia accovacciato sul balcone dell’edificio ed attento osservatore delle dinamiche cittadine grazie alla sua posizione privilegiata in alto e al centro della città.

Arrivati nel Piazzale della Posta troviamo: il “Colosso di Petrosino” di Massimo Rizzuto:  il nuovo eroe della città, che sfida la contemporaneità e accetta di vivere il suo tempo senza mappa, funambolico emblema di una nuova condizione umana. V’è anche “Vita e Futuro” del cubano Ascanio: in una Terra di contrasti si cela un Mare di possibilità, dove solo chi sa guardare oltre alle avversità può trovare riparo. Scalare  il Futuro alla ricerca di nuove esperienze e di confronto con la diversità, porta anche al piacere di conoscere un’Isola come questa, dove l’ospitalità delle persone alimentano l’ispirazione e la voglia di aprirsi al mondo crescendo alla luce dell’esperienza, tra Futuro e Vita; “the Wine” di Ambra Rinaldo, istallazione realizzata nella prima edizione del concorso. Altra oasi ed altro capolavoro, quello di Pao, l’artista milanese che ha realizzato “Nadir” che rappresenta un paesaggio siciliano visto a 360 gradi, come attraverso una fortissima ottica fisheye. Da sempre attratto dalle prospettive “impossibili”, anche in questo caso Pao ha voluto sperimentare con le regole della visione, prendendo come punto di vista il punto più meridionale, il Nadir per l’appunto. Il pinguino appare alla scoperta delle meraviglie del luogo, straniero alla scoperta di un mondo meraviglioso nella quale emergono gli elementi naturalistici tipici del paesaggio locale come i chicchi d’uva, i fichi d’india, i  limoni e le palme nane.

Ultimo murale del percorso “Povera Patria” dell’internazionale Kampah. Un omaggio all’artista siciliano Franco Battiato e alla sua canzone “Povera Patria” per l’appunto. I due ritratti del maestro ai fianchi della parete riflettono le due personalità, quella ottimistica e quella pessimistica della canzone, mentre la figura centrale è quella di una giovane donna che guarda al futuro con sguardo incerto, sovrapposta, quasi schiacciata dal logo ufficiale della Repubblica Italiana. Proseguendo il sentiero per il lungomare marino troviamo le altre istallazioni artistiche realizzate nella prima edizione: “Ombre Urbane” di Les Gens Nouveaux, “Birds” di Alberto De Braud, “Buon Vento” di Massimo Palumbo, “L’urlo della Terra” di Zummo e “Il Faro del Mediterraneo” di Girolamo Palmizi. Completato il “Masar” e rigenerati dalle oasi d’arte, viene voglia di continuare il viaggio alla scoperta di nuove oasi dissetanti. Nuove Oasi che verranno man mano istituite dalle future edizioni del concorso per arricchire, sempre più, una città ed una comunità  che ha voglia di crescere.

redazione

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