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Infertilità maschile: nuova tecnica per curare il varicocele al Sant’Antonio di Trapani

Una nuova tecnica laser, mini-invasiva, ha soppiantato il tradizionale intervento chirurgico per il varicocele, in anestesia generale o spinale, all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. Si tratta del primo intervento di questo genere, con il laser, in Sicilia.

Il varicocele è una dilatazione varicosa  che interessa il sistema venoso del testicolo, in particolare la vena spermatica, che insorge normalmente durante il periodo puberale e può progressivamente aumentare con l’età. Colpisce tra il 15 e il 22 % della popolazione maschile ed è una delle cause più frequenti di infertilità maschile.

La metodologia è stata introdotta da una equipe interdisciplinare guidata dai primari dei reparti di Emodinamica, Arian Frasheri, e di Urologia, Antonio Lombardo, del nosocomio trapanese.

“Pratichiamo in anestesia locale – spiega Frasheri – una micro puntura inguinale, in cui inseriamo un cateterino laser e, raggiunto il punto d’intervento,  effettuiamo la sclerosi venosa. Un’operazione che eseguiamo in day hospital, e dopo poche ore il paziente può già tornare a casa. Un intervento che rispetto a quello chirurgico presenta  una maggiore percentuale di successi, oltre a un minor rischio di recidive”.

L’equipe trapanese, ha applicato questa tecnica anche  nella ipertrofia prostatica benigna, con notevoli risultati.

“La effettuiamo – dice Lombardo –  nei pazienti portatori  da tanto tempo di catetere vescicale a permanenza, dove l’intervento operatorio tradizionale può essere difficile per diverse cause, o dove il soggetto  presenta un altro rischio operatorio.  Utilizziamo, in anestesia locale , una microtecnica di embolizzazione e occludiamo i vasi sanguigni che nutrono la ghiandola prostatica. Il paziente è ricoverato in day surgery e il giorno dopo può essere dimesso”.

Per l’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi “questa è la conferma di come le nostre professionalità mediche possano emergere in tutto il territorio regionale. Brillanti metodologie scientifiche  che comportano anche una riduzione di costi per il servizio sanitario regionale, sia in termini di minor utilizzo di equipe chirurgiche tradizionali, che dei tempi di degenza dei pazienti. Professionalità e posti letto che possono essere così proficuamente utilizzati”.

“Queste nuove procedure interventistiche sono eccellenze che qualificano la nostra azienda e l’intera sanità trapanese – commenta il direttore generale dell’ASP di Trapani Fabrizio De Nicola – contribuiscono a ridurre la mobilità passiva e fanno del Sant’Antonio Abate, per alcune patologie, un presidio ospedaliero di riferimento regionale”.

redazione

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