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Inchiesta “Affari sporchi”: chiesto il rinvio a giudizio per l’ex vicesindaco di Alcamo Pasquale Perricone

La Procura di Trapani ha chiesto il giudizio immediato per 7 soggetti coinvolti nell’inchiesta “Dirty Affairs”: l’ex vicesindaco di Alcamo Pasquale Perricone, la compagna Marianna Cottone, la cugina Girolama Maria Perricone, il funzionario regionale Emanuele Asta, Francesca Cruciata, Mario Giardina e Domenico Parisi. La decisione della magistratura trapanese scaturisce dopo l’interrogatorio di Pasquale Perricone, che nel rispondere alle domande dei pubblici ministeri Cartosio, Penna e Verzera, ha ammesso alcune delle accuse contestate, confermando l’organizzazione di alcuni corsi di formazione professionale fantasma svolti dalla coop Promosud escludendo però coinvolgimenti delle sue società cooperative nei lavori del porto di Castellammare del Golfo. Nell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che a fine maggio aveva fatto scattare le misure cautelari le accuse contestate sono: associazione a delinquere finalizzata alla truffa, reati contro la pubblica amministrazione, corruzione e bancarotta fraudolenta. Le indagini hanno portato all’individuazione di un presunto “comitato di affari” che avrebbe ingerito su alcune decisioni della Sulla scena delle indagini diversi accadimenti che hanno fatto si di identificare in alcuni degli indagati, come Perricone e il funzionario regionale dell’assessorato al lavoro, Emanuele Asta, quali presunti componenti di una sorta di “comitato di affari” sempre pronto a influenzare le decisioni della pubblica amministrazione e in qualche modo legato al mondo delle logge massoniche.

redazione

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