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Ricette dematerializzate, l’Ordine dei Medici chiede la sospensione del decreto: “Vogliamo formarci”

Sospendere, per un periodo, il decreto regionale che stabilisce l’appropriatezza dei medici specialisti di prescrivere farmaci ed esami diagnostici. E’ quanto ha proposto la “Commissione integrazione ospedale territorio” dell’Ordine dei medici di Trapani all’Assessorato regionale alla Salute, per consentire agli specialisti di formarsi sull’utilizzo della “webapplication”, ovvero il sistema software per le prescrizioni di ricette “dematerializzate”, e ai medici di famiglia di poter continuare a prescrivere, per sei mesi, farmaci ed esami diagnostici. La proposta scaturita nel corso di un incontro, tra il presidente dell’Ordine dei medici, Rino Ferrari, il responsabile della “Commissione integrazione ospedale territorio” Paolo Buffa e Sergio Buffa dell’Assessorato alla Salute, mira a tutelare da possibili errori sia i pazienti che i medici prescrittori. In particolare la legge obbliga, oggi, anche gli specialisti, e non più solo i medici di famiglia, a prescrivere i farmaci e le indagini strumentali che ritengono necessari. “Sebbene possa sembrare semplice redigere una ricetta – dice il presidente Ferrari – in realtà è un atto su cui vanno precisate non solo le generalità del paziente, ma tutto ciò che concerne lo stato sociale e le varie esenzioni che il paziente ha maturato con il proprio quadro clinico. Un errore di compilazione potrebbe creare un danno sul paziente e sul medico prescrittore, per questa ragione riteniamo che la formazione sia indispensabile”. Per l’Ordine dei medici “… il decreto giunge, inoltre, in un momento critico per la sanità gravato da tagli economici che si ripercuotono sul numero di personale medico e paramedico”. “Le nuove prescrizioni tramite sistema software – dice Sergio Buffa dell’assessorato alla Salute – rappresentano un importante passo in avanti e vanno incontro al paziente facilitando e velocizzando le procedure di assistenza clinica. L’utilizzo della ricetta dematerializzata determina inoltre un risparmio per il sistema sanitario di svariati milioni di euro, denaro che potrebbe essere investito per migliorar l’assistenza”.

redazione

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