Alla luce di quanto sta accadendo attorno al Marsala 1912 sento il bisogno di esprimere un mio pensiero, che vuole essere un contributo spassionato alla discussione in atto. Ricordo quando, ero solo un ragazzino, mio padre mi portava allo stadio. Era l’epoca d’oro del Marsala calcio. L’entusiasmante avventura in serie C e la possibilità di ambire a mete ancora più importanti rappresentavano per migliaia di tifosi, per la Città tutta, il riconoscimento che la nostra comunità sapeva ritrovarsi attorno allo sport. Erano le giornate di Evrà, Materazzi, Leto, Erbini, Ingrosso, ultimi di una storia importante e lunga un secolo: il Marsala 1912. Poi, fatta salva qualche parentesi fortunata, il declino. La storia recente la conoscete tutti. Tuttavia credo che il Marsala calcio meriti qualcosa di più rispetto alle logiche di piccola bottega che hanno caratterizzato le ultime giornate. “Cessione si”, “cessione no…”, “cordata x”, “cordata y”… L’unica cosa che emerge a mio avviso è l’approssimazione, il provincialismo di chi fondamentalmente non ha a cuore le sorti della squadra, mi sembra evidente. Quando alla passione si antepone l’interesse a tutti i costi non c’è altra strada che lo sfascio. Ma non voglio entrare nel merito della discussione in atto, piuttosto vorrei insieme a voi fare il punto su quanto sia importante lo sport per una comunità come la nostra. Il ruolo che rivesto, spero degnamente, mi impone di interrogarmi su questo. Attraverso lo sport si fa educazione, si cementa una comunità, si fa crescere un vivaio di ragazze e ragazzi educando loro al rispetto dell’avversario, alla sana competizione. E’ quanto accade per quel meraviglioso esperimento che è il Rugby dei ragazzi di Sigfrido Russo, dei giovani atleti di Conticelli, per le ginnaste di Gilda Tortorici, per quelle grandi realtà legate alla vela (da Laura Linares per il windsurf al team di Peppe Fornich per la vela d’altura), e la grande avventura del Volley ma l’elenco non finisce qui…Scriverei per ore di tutti quegli sport cosiddetti “minori” che alla fine minori non sono, che uniscono dietro un unico obiettivo classi sociali diverse, avvenga questo in un campetto da calcio a 5 o dentro un ring. Tornando al Marsala 1912, ho sempre inteso il mio ruolo, l’idea stessa del consigliere comunale, come quel servizio di chi con passione appunto deve “controllare” ma anche saper proporre. Per questa ragione il senso di questo mio intervento è volto a dare un contributo alla discussione partendo da una proposta che se ben strutturata a mio avviso può risultare vincente. Dimentichiamo, almeno per il momento la possibilità che un mecenate ultra-miliardario prenda a cuore le sorti del marsala, non accadrà. Perché non pensare alla collettivizzazione? E’ il momento di dimostrare se l’attaccamento alla squadra è semplicemente uno svago per gli appassionati dei commenti al vetriolo su facebook o qualcosa d’altro. Io alla luce di quanto sopra detto vedo nella possibilità di avviare una seria campagna volta all’azionariato popolare (con tempi e modi da valutare attraverso sessioni di incontri con la cittadinanza) la chiave di lettura giusta per assicurare un futuro certo al Marsala. Quella della contribuzione diffusa, coinvolgendo le associazioni di categoria, i commercianti, le imprese, e quant’altri, è la strada praticata da centinaia di Club in Europa e nel mondo. Pensate, fatte ovviamente le debite proporzioni, al Barcellona. Quando la squadra catalana ha rischiato il crack si è ricorso a questo metodo, il resto è storia. La comunità marsalese è pronta ad avviare un ragionamento di questo tipo? Siamo pronti a prendere in mano le sorti di un club con una storia importante e traghettarlo verso ragionamenti meno miserevoli di quelli ai quali stiamo assistendo oggi? L’amministrazione pubblica, date le ristrettezze economiche note a tutti non può contribuire finanziariamente come nei mitici anni ’90. Certamente però può e deve governare un percorso di questo tipo, dando garanzie certe sull’impiantistica e risultando quale garante morale nell’individuazione di una cabina di regia composta da persone autorevoli e di provata onestà. Due elementi senza i quali non c’è futuro. Io sono pronto a scommetterci su un’iniziativa di questo tipo, che veda la collettivizzazione e l’azionariato popolare diffuso quali soluzioni per uscire dall’empasse nel quale al momento ci troviamo.
Buona fortuna Marsala.
Daniele Nuccio
Consigliere Comunale “Cambiamo Marsala”