“La luce non è altro che Energia, materia che si muove a grandissima velocità, che emerge come tutto, da una fonte di onde elettromagnetiche, la luce è la nostra finalità d’esistenza”. Questa frase scorreva a intermittenza, definendo lo spazio, accompagnandoci all’interno di un viaggio di conoscenza e di emozioni sensoriali. Le parole di luce di Vittorio Storaro, cinematographer come ama definirsi, conosciuto per aver curato la fotografia di quasi tutti i film di Bernardo Bertolucci dal 1970 al 1993 e vincitore di tre premi oscar, danno inizio allo “Spettacolo di luci al Parco”, installazione o come desidero definirla principalmente, un straordinario esempio di “Light Art”, ideato e diretto dall’architetto Antonio Mauro con la collaborazione degli illustratori e video maker Gaspare Zichittella, Lorenza Tieri e dell’architetto Rossella Tumbarello. Presentato il 24 giugno nell’auditorium “Paolo Borsellino e agenti della scorta”, di Baglio Florio nei pressi del Parco Archeologico di Selinunte, in occasione della sesta edizione del Meeting Internazionale di Architettura, “Spettacolo di luci al parco” è la dimostrazione di come la luce sia l’elemento centrale della costruzione e della creazione dello spazio. La luce è materia e materiale dell’architetto, senza di essa non c’è architettura. Non è un caso che l’opera sia stata prodotta da AI STUDIO, studio architettura di luce dello stesso Mauro,il quale negli ultimi anni ha approfondito questa ricerca sulla luce, attraverso la fotografia, le arti visive e la grafica. Gli studi sulla luce sono strettamente connesse al progresso delle tecnologie rivolte alla produzione di fonti luminose e alla creazione di nuove forme espressive. I nostri “lighting designer” hanno dimostrato un sapiente uso di tali tecnologie e il saper sperimentare nuovi linguaggi. Sulle pareti di sette pannelli di garza dall’effetto opalescente,disposti in verticale, viene narrata la storia delle Cave di Cusa, attraverso un racconto spazio-temporale che ripercorre tre fasi principali: estrazione della materia arenaria, la pietra migliore per la realizzazione di opere grandiose; addizione, dunque, costruzione dei templi; contemporaneità. Un viaggio scandito e percorso da una musica strumentale accuratamente studiata per emulare l’antica Grecia, “una tensione di bassi, portati in un registro alto per far vibrare lo spazio” dichiara Mauro. Paesaggio selinuntino, banco di calcarenite, capitelli, colonne, efebi infiniti, dee madri e ancora cerchi, orologi, lancette, cilindri a rappresentare il tempo azionato dalle rotaie. Un meccanismo ad orologeria azionato da atleti vincitori che scandisce il tempo e lo rende infinito con la ripetizione ossessiva. Gli atleti vincitori che si muovono come acrobati su un filo, eredi dei giocolieri che popolano la produzione artistica di Mauro, contraddistinta per l’alta qualità grafica, simboleggiano, anche, l’equilibrio che sta alla base della costruzione geometrica e del canone classico.Segni grafici, si staccano dalle sfere, dando vita a forme sempre nuove. Un omaggio ad Arnaldo Pomodoro che ha compiuto 90 anni di attività artistica. In“Spettacolo di luci” sembra che il tempo si sia fermato. Nell’universo dei “light dranwings” non si è spettatori ma abitatori di uno spazio che è il parco di Selinunte, custode di un complesso unico al mondo, quello delle Cave di Cusa, insieme a quelle marmoree di Mileto. Dalla profondità delle cave alla luce dei templi, con la luce, è lì che risiede la contemporaneità.
Gianna Panicola