Il sindaco della città di Castelvetrano Selinunte Felice Errante, rende noto che è stato definito il piano che renderà il Parco Archeologico di Selinunte anche laboratorio di ricerca e sperimentazione per lo sviluppo e la valorizzazione dei grani duri antichi siciliani fra i quali la tumminia, il monococco, il perciasacchi, il russello ed altri ancora. Nella giornata di ieri, infatti, si è tenuto un primo incontro informale fra il direttore del Parco Enrico Caruso, l’assessore alle politiche agricole Paolo Calcara e i dirigenti del Consorzio “Gian Piero Ballatore”, ente a partecipazione regionale che si occupa dello sviluppo della cerealicoltura Siciliana, Giuseppe Russo e Bernardo Messina. L’idea nasce dall’esperienza positiva fatta negli ultimi due anni che ha visto la coltivazione di una piccola porzione di terreno a tumminia, grazie ad un protocollo di intesa sottoscritto dal Comune, dal Parco Archeologico e dal Consorzio “Ballatore”. Il grano messo a dimora quest’anno registra una ottima produzione e la mietitura sarà fatta nei primissimi giorni di luglio. Già gli sfarinati prodotti con il grano coltivato nel 2015 sono stati impiegati per la panificazione di pane nero e per la produzione di pasta tipica siciliana presentati con successo all’Expo di Milano.
La nuova intesa porterà, a partire già dal prossimo anno, all’incremento del terreno coltivato fino a dieci-quindici ettari in una zona del Parco libera da problematiche di carattere archeologico e che si presta in maniera ottimale alla coltivazione di grano.
Il direttore del Parco si è dichiarato entusiasta della iniziativa, dato il suo valore culturale e storico, poiché nel territorio dell’antica Selinunte la coltivazione del grano e l’agricoltura in genere erano un punto di forza della economia.
L’assessore Calcara si è dimostrato particolarmente soddisfatto poiché l’accordo raggiunto è uno degli obiettivi della amministrazione Errante per riportare in ampie zone del Parco ( nel complesso di circa 270 ettari ) l’agricoltura, ottenendo due benefici: quello turistico, economico, didattico e sperimentale e quello di presidiare ampie zone del Parco tenendole pulite e al riparo dal degrado ambientale.