Avviata la nuova campagna di scavi sull’isola di Mozia, nella Laguna dello Stagnone di Marsala. La “missione archeologica” dell’Università di Palermo, con la guida del professore Gioacchino Falsone, è già a lavoro nell’isola di San Pantaleo – nel cuore della Riserva naturale – collaborato da giovani ricercatori e universitari. In questa XIII campagna, al gruppo di lavoro si aggiungeranno anche alcuni migranti del centro Sprar di contrada Perino, dove sono ospitati immigrati e rifugiati politici. “Abbiamo accolto con interesse la richiesta dell’Ateneo palermitano che – sottolinea il sindaco Alberto Di Girolamo – di fatto consente ai giovani di colore di vivere un’esperienza formativa di notevole livello”. Da qui l’atto deliberativo proposto dall’assessore Clara Ruggieri, con il quale si approva il Protocollo d’Intesa per un progetto di integrazione sociale cui collabora – oltre al Comune di Marsala e all’Università di Palermo – anche il Consorzio “Solidalia”, gestore del centro di Perino. “Abbiamo ricevuto i migranti a Palazzo Municipale e li ho visti molto motivati, interessati a svolgere i loro lavoro nei cantieri di scavo – sottolinea l’assessore Ruggieri -. Ringrazio il professor Falsone per la sua sensibilità, e sono certa che i profughi coglieranno l’opportunità di arricchire le proprie conoscenze”. La campagna avrà la durata di circa 7 settimane (fino al prossimo mese di luglio) ed avrà il supporto del Comune nell’attività di divulgazione dei risultati raggiunti, nonché quello del Consorzio “Solidalia” per la realizzazione degli aspetti sociali del progetto, sia con riferimento alle candidature dei volontari che all’attività di mediazione culturale.
L’odierna campagna di scavi – come evidenzia Falsone – prosegue un lavoro di ricerca iniziato a Mozia nel 1977 e che raggiunse lusinghieri risultati, tra i quali la scoperta del “Giovanetto”. Le indagini, sospese alla metà degli anni ‘90, sono state riprese di recente dall’Università di Palermo che ha già effettuato tre campagne (anni 2013-15) con risultati soddisfacenti. Anche in questo nuovo ciclo di scavi, archeologi e ricercatori offrono la loro opera professionale senza alcuna remunerazione. A questi, è pure aggregata un’equipe dell’Università di Tubinga (Germania), che condurrà una prospezione geofisica nell’area adiacente agli scavi.