Era l’anno 1972, quando noi compagne della 3 A della Scuola Media “Mario Nuccio”, abbiamo conseguito la licenza media. La scuola era ubicata ove, attualmente, si trovano gli uffici dell’Istituzione Marsala Schola, in via Vincenzo Pipitone, ma le sezioni femminili A e B, quali succursali del centro, erano allocate presso le suore del Boccone del Povero, in via Abele Damiani. Domenico Modugno cantava “La lontananza”, ma un sabato come un altro, mentre mi trovavo alla Vodafone di via Roma, mi giunge un messaggio Whatsapp. All’inizio ho cercato di individuare chi fosse Graziella, l’autrice del messaggio, ma quando ho letto “Buongiorno Lorenza, ti ricordi di noi? Come stai? Graziella Chigi, Angela Romeo, Annamaria Monterosso, Marilina Lombardo…”, ho avvertito dentro di me tanta emozione nel pensare che, a distanza di 44 anni, le mie compagne-amiche delle “medie” mi hanno rivolto l’invito ad inserirmi nel gruppo Whatsapp. Tanto più che Graziella vive nel Centro Italia e che, appena arrivata a Marsala, per festeggiare il suo 58° compleanno, ha pensato a noi. A noi ragazze dei primi anni ’70, bastava poco, ognuna di noi aveva attorno a sé e godeva di una famiglia unita, di genitori che hanno saputo imprimerci i buoni sentimenti, l’onestà, la dignità, il senso dell’amicizia, il rispetto degli altri, la stima per le persone che si frequentano con molta sincerità. Ho risposto al gruppo classe ed ho comunicato qualche indicazione per rintracciare le altre compagne della 3 A. Eravamo soltanto 13. Tutte donne. Che tempi! I professori: Lino Parlavecchio di lettere, Giuditta Barbato Vinci di matematica, Lia Rallo Lo Galbo di francese, in prima media, hanno fatto una bella selezione. Eravamo in 27, ma in seconda siamo arrivate soltanto in 13. Molte sono state respinte a giugno, altre agli esami di riparazione a settembre, altre ancora hanno lasciato la scuola. Graziella ha scritto: “Grazie, meravigliose donne”, ma, in verità, quella che ha dimostrato il piacere di sentirci e rivederci, dopo tanto tempo, è stata lei che, con i nuovi mezzi tecnologici, si è adoperata a fari rivivere i ricordi della nostra adolescenza. Mentre stavo per rincasare, ho rivisto, come un flash, gli anni delle medie, quando noi della 3 A non portavamo la minigonna ma soltanto la gonna un po’ più corta, i pantaloni alla zuava, gli stivali che coprivano le ginocchia, quando ci bastava fare una passeggiata al Cassero. Non sognavamo i grandi viaggi, le importanti vacanze, al contrario, il prof. Parlavecchio, alla fine dell’anno scolastico, ci assegnava da leggere i libri per le vacanze estive. La formazione, l’educazione che abbiamo ricevuto è stata grande. Nella vita, ognuna di noi ha scelto la sua strada, ma tutte, con molta modestia, umiltà e senza alcuna retorica, hanno saputo conquistare un lavoro dignitoso e, con molti sacrifici, hanno saputo creare anche un’adeguata vita personale e familiare. Ha scritto bene Annamaria Monterosso: “I veri sentimenti non hanno né tempo, né età”. Il mio pensiero corre indietro nel tempo e, con molta nostalgia, rievoca i ricordi dei compiti in classe, dei suggerimenti, dei sorrisi, della bonaria imitazione dei professori, dei programmi della tv in bianco e nero, dei film al Cinema Impero, al Bellini, la domenica pomeriggio, delle festicciole organizzate a casa. Non riesco a disgiungere questi ricordi dall’affetto per Niko, il mio unico fratello, che ho perduto qualche anno fa prematuramente e che era un medico che ha creduto molto nella sua professione. All’epoca, anche lui era un ragazzo ed insieme abbiamo tifato molto per le partite di pallone dei Mondiali 1970. Italia-Germania 4 a 3, ai rigori, che vittoria! Ma, cercando di vincere, ancora una volta la mia commozione, rispondo ai messaggi di Graziella ed accetto di passare con lei, con Angela, Annamaria Monterosso e con Annamaria Calabrese, con Marilina e con Ninfa, una serata in pizzeria. E’ un modo per riunirsi, per ricordare i bei momenti vissuti insieme, per ridere ancora con qualche lacrima, testimonianze che, se si vuol far un bilancio della propria vita, quello che conta è il sentimento del non dimenticare. La scuola aggrega, ma poi tutto viene vissuto secondo la propria sensibilità. Ed è per questo che oggi come allora, noi ragazze della 3 A ci siamo ritrovate. L’augurio più sincero che voglio porgere è quello di rivederci ancora, di formare il Club dei “Noi che”, di non dimenticare quelli che sono stati i migliori anni della nostra vita e non solo perché legati all’adolescenza, ma perché abbiamo imparato a volerci bene, a combattere le difficoltà, a chiamarci al telefono per dire: “Ciao come stai?”, a riunirci per dire che ci saranno altri anni migliori della nostra vita. L’impegno è quello di coinvolgere le altre compagne della 3 A per scrivere con semplicità: “Buongiorno, ti ricordi di noi?”. Il tempo passa ma non riesce a scalfire la vera amicizia.
Lorenza Maggio