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Non ricordo

Non ricordo l’ultima volta che il popolo italiano è sceso in piazza contro la riforma del lavoro. Semmai abbia protestato. Perché in fondo, se lo avesse fatto, probabilmente il referendum contro le trivelle in mare avrebbe raggiunto il quorum ed il Governo sarebbe stato eletto dai cittadini. Così non è stato. Ma non ricordo neanche l’ultima volta che sia stato mandato in onda sui tg nazionali, il servizio sulle feroci proteste in Francia al Jobs Act. Sicuramente la mia è stata una svista. Spariti gli incubi Isis, Parigi è sotto assedio questa volta per la protesta dei manifestanti per dire “no” alla riforma sul lavoro, subendo le cariche oltremodo eccessive, come documentano alcuni video che girano nei Social, della Polizia d’Oltralpe. Ponti e tunnel bloccati, fumogeni, manganelli. Tra questi c’è anche una donna che viene spinta violentemente da un agente, finendo rovinosamente per terra. Scene che non si vedevano dal G8 di Genova, per intenderci. Si parla di 18mila fino a 100mila presenze nelle piazze della capitale francese, tra questi non si risparmiano studenti, operai, liberi professionisti, portuali, ferrovieri, insegnanti. Accanto a loro anche i sindacati che trattano col Governo che vuole cedere con un “ritocchino” all’articolo 2.

Bei tempi quelli della concertazione e del dialogo sociale in Italia. Adesso si fa persino difficoltà a distinguere governanti e parti sociali. Quella della Francia è una “presa della bastiglia 2.0”, la storia insegna si dice, ma dalla nostra invece, dal fascismo a Mani Pulite non abbiamo imparato proprio nulla. Mi chiedo se questa assenza (o poca presenza) sulle televisioni nazionali delle proteste francesi, non sia un modo per nasconderci un esempio che, a detta di chi governa il nostro Paese, non dovremmo seguire. Ci si preoccupa invece di salvaguardare l’Europeo di Calcio dalle mobilitazioni dei sindacati che si attendono in quei giorni, perché in fondo la metafora calcistica ci è sempre piaciuta: 11 uomini palla avanti che corrono verso un’unica direzione… perché se vai in direzione “ostinata e contraria”, per dirla alla De Andrè, e non fai come gli altri, ti lasciano in panchina.

redazione

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Tags: Jobs Actproteste francesiriforma del lavoro