La riforma delle Province in Sicilia sta assumendo ormai le sembianze di una storia infinita. Il Governo ha infatti impugnato nuovamente la legge regionale sui Liberi Consorzi. Tra i fattori critici evidenziati, la mancata coincidenza tra sindaco della città capoluogo di provincia e sindaco metropolitano. Non sono state dunque ritenute sufficienti le modifiche approvate dalla Regione Sicilia lo scorso 30 marzo, con un testo che aveva in gran parte acquisito la legge Delrio, che ha riformato gli enti territoriali intermedi in ambito nazionale (e quindi con riferimento alle regioni a statuto ordinario).
Duro il commento dell’Anci, che proprio sulla corrispondenza tra sindaco del Comune capoluogo e sindaco metropolitano aveva basato le proprie principali rimostranze. “Ancora una volta lo stato di calamità istituzionale della Regione viene evidenziato e confermato dalla ennesima impugnativa di una legge regionale – ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia – e i cittadini siciliani subiscono le conseguenze di una riforma annunciata tre anni fa e che ha soltanto prodotto commissariomania e cancellazione di servizi con disastrosi dissesti finanziari. Adesso ci attendiamo finalmente che la Regione possa varare un quadro normativo definitivo”.