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Petrosino. “Lavori finiti? No lavori in-finiti all’istituto Nosengo”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata alla nostra redazione da Paolo Casano, docente della Scuola Media “G. Nosengo” Petrosino.

LAVORI FINITI? NO, LAVORI IN-FINITI!

E dopo anni di insegnamento credevo di finire la mia carriera vedendo non solo il cambiamento della scuola in negativo grazie alle nuove leggi e il cambiamento degli alunni che perdono sempre più la voglia di studiare e di rispettare le regole della buona condotta ma anche quello della scuola media del paese in cui sono vissuto: Petrosino. Sono stato felice quando ho saputo che era stato approvato un progetto in base al quale sarebbe stata messa in sicurezza la Struttura scolastica e cambiati gli infissi.
Nella scuola in cui sto insegnando da ben 26 anni sarebbe finalmente cambiato qualcosa per migliorare l’edificio ma soprattutto la qualità della vita di chi vive in esso per fare il proprio dovere e ricevere i dovuti diritti.
Sul cartello con i dettagli riguardanti il restauro vengono riportate due date che segnano l’inizio e la fine dei lavori: 17 luglio -14 dicembre 2015.
Ma che sia il cartello giusto? Che le date siano giuste ma non l’anno? Che la scuola sia quella che volevano restaurare? Chissà!
A luglio non c’è stato movimento ne di mezzi, ne di materiali e tantomeno di operai.
A luglio, che la scuola era chiusa, i lavori sono stati posticipati e sono iniziati nella prima settimana di settembre guarda caso quando la scuola si ripopolava di alunni, docenti, dirigenti e personale vario.
Notevoli i disagi, incredibile lo strato di polvere, fastidiosi i rumori di un cantiere attivo dove si dovrebbe contare su tranquillità e concentrazione. Pericolose certe situazioni che prevedevano il trasferimento e i passaggi di persone per zone che sono in lavorazione. Enormi le difficoltà nel provvedere anche alla sicurezza dei ragazzi oltre che alla loro formazione.
Eppure mi sembra che si parli di “messa in sicurezza e cambiamento degli infissi” non di “pericolosità e disagi”, eppure mi sembra che il periodo di cantiere lavori fosse fissato dal 17/7 al 14/12 2015 e non da inizio settembre a “chissà quando”, eppure credevo che qualcosa di nuovo accadesse a Petrosino, che qualcosa finalmente cambiasse davvero, ma a quanto pare non è ancora il momento perché accada.
Si dice solitamente che “ci vuole un gran disordine per ottenere poi un buon ordine” ma nella nostra scuola il gran disordine non ha ancora una fine.
Già, non è ancora finito il lavoro, la scuola non è pronta, ma le persone che ci lavorano devono essere sempre e comunque pronte, i ragazzi che la frequentano devono essere sorvegliati e protetti, chi la dirige deve prendersi le responsabilità anche di chi non risponde ai propri doveri per consentire diritti.
I cartelli che annunciano cantieri riportano “Lavori in corso” ma noi siamo “Lavoratori in corsa”, i termini più appropriati per questo settore sono “restauro”, “rinnovamento”, “cambiamento”, “sostituzione”, … parole che si trasformano in tutt’altro se non si mantengono i significati veri delle stesse.
Se si scrive “rinnovamenti” si dovrebbe prima parlare di “rinnova-menti”, se si scrive “cambiamenti” si dovrebbe preoccuparsi di separare quella parola trasformandola in “cambia-menti”.
La scuola è quasi al termine ma i lavori non si sa, le lezioni sono quasi finite ma il cantiere ancora no, il programma didattico si avvicina alla conclusione ma i disagi sono ancora “in corso”. Stiamo lavorando e vivendo in mezza struttura, siamo concentrati negli spazi ridotti e non concentrati con la mente nel tempo.
Si parla tanto ultimamente di “buona scuola” ma ancora non si sa che cosa si intenda per “buona” e quindi ancora di più forse speravo in quella “bella scuola” che almeno potesse consentire un buon vivere e lavorare in essa. Se non possiamo avere quello che vorremmo per poter insegnare meglio cerchiamo almeno di avere un ambiente che sia sicuro e salutare.
E’ chiedere troppo? Non lo so, ma so che se è difficile cominciare qualcosa a volte risulta anche difficile vederne la fine. Questo dimostra che il proverbio “… chi ben comincia è a metà dell’opera” ha la sua verità perché i lavori della nostra scuola non sono cominciati bene nei tempi e quindi … speriamo comunque di vedere la fine di quest’opera.
Ah! dimenticavo, gli infissi nuovi consentiranno, forse, di stare il prossimo inverno più caldi nelle aule dove, seduti e fermi, dovremmo lavorare con un qualcosa che non si può coprire: la mente.
Ma credo anche che a volte gli “infissi” vadano aperti per far uscire quel qualcosa di “vecchio” a cui spesso molti si sono abituati solo perché vivono in Sicilia.
Credo che si debba pretendere per noi e per gli altri i diritti che consentono di vivere in un ambiente dove si devono formare le prossime “menti”, dove accadono i veri “cambiamenti”, dove noi docenti dobbiamo essere responsabili di quello che accadrà in futuro grazie a coloro che formeremo.
Sydney J. Harris diceva che “Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre” chissà che penserebbe del mio pensare che “Il miglioramento avverrebbe se le finestre si trasformassero in specchi” dove guardarsi con responsabilità e lealtà, dove ricordarsi le promesse fatte, dove poter ritrovare orgoglio o vergogna, … quegli specchi che spesso vengono oscurati per evitare di dare risposte a chi sa porsi domande.
Rimane che non è la scuola a formare ma le persone che credono ancora nel valore della formazione, resta che non è cambiato ancora nulla in questa nostra Petrosino.

Prof. Paolo Casano
Docente di Scienze Matematiche
Scuola Media “G. Nosengo” Petrosino

redazione

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