È andata così. Non si è raggiunto il quorum per il referendum sulle trivelle. Ma noi, quelli che senza soldi, senza mezzi, anzi autotassandoci per quella che abbiamo ritenuto essere una giusta causa, abbiamo fatto una bella campagna elettorale. A mani nude, piccoli ma determinati contro i giganti potenti che detengono le redini del nostro Paese. Ce l’ abbiamo messa tutta quelli del comitato marsalese istituito da Legambiente Petrosino la cui presidente l’ avvocato Maria Letizia Pipitone ha catalizzato tante altre associazioni che si sono unite per fare fronte comune contro le trivelle a tempo indeterminato nei nostri mari.
Io ci ho creduto, anche i miei compagni di avventura, quelli con cui ho fatto volantinaggio e parlato con le persone ai banchetti il sabato pomeriggio e le domeniche mattina. E una cosa non smette di essere giusta o valida soltanto perché siamo una minoranza a crederci. Rammarico dunque, delusione, ma non pentimento. Forse è prevalsa l’ indecisione di chi ha creduto che votare SI potesse danneggiare i lavoratori del settore petrolifero e in questo tempo di crisi è sembrata forse una responsabilità angosciosa. Io ritengo che questa sia la solita storiella raccontata dai governanti per perorare la LORO causa. E agli indecisi si sono aggiunti gli indifferenti che nel nostro Paese sono i primi a lamentarsi e a non fare praticamente nulla perché le cose possano cambiare. C’è una bella storia però che merita di essere raccontata in questo tempo di amarezze. Un gruppo di studenti avellinesi in gita a Mazara nel giorno del voto hanno consultato il sito nazionale del Comitato del SI per la provincia di Trapani , e si sono rivolti proprio all’ avvocato Maria Letizia Pipitone che era stata nominata delegato per conto del consigliere regionale del comitato del SI della Calabria. Questo ha fatto sì che l’ avvocato Pipitone li nominasse tutti rappresentanti di lista per consentire loro di potere votare anche se fuori sede.
A chi mi parla di sconfitta morale io rispondo che in realtà hanno vinto loro, questi studenti, questi giovani che nel tempo della vacanza, della spensieratezza, hanno voluto votare, partecipare a quello che ritengono sia importante per vivere ben nel futuro: un ambiente sano che si basi sulle energie rinnovabili. Giovani così sono la nostra speranza. Contro l’ indifferenza e l’ opportunismo dei comitati affaristici che non guardano altro che i loro interessi. E ricordiamoci che il Potere vuole proprio questo, l’ indifferenza del popolo, il distacco dalla politica, l’ atarassica distanza dalla partecipazione attiva. La plutocrazia e l’ oligarchia, vogliono questo. La democrazia è uno status fragile, sempre a rischio. Bisogna proteggerla perché proprio perché non è autoritaria e rischia di prosciugarsi. Le belle persone che ho incontrato in questa comune battaglia mi fanno ben sperare. Non arrendiamoci.
Tiziana Sferruggia