E’ proseguito oggi il processo per circonvenzione d’incapace a carico di don Vito Caradonna. In aula doveva essere ascoltato un consulente della difesa. Il perito Sammartano invece non era presente e la seduta è stata aggiornata in data 27 aprile quando verranno sentito altri consulenti. La difesa ha rinunciato definitivamente ad ascoltare il perito che doveva intervenire nella seduta odierna. Il processo si sta svolgendo davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone. A difendere don Vito sono gli avvocati Luigi Pipitone e Francesco Fontana. Ieri il consulente chiamato dalla difesa avrebbe dovuto cercare di confutare le conclusioni a cui era giunta la Procura, secondo la quale la presunta vittima del prete sarebbe stata incapace di intendere. “Quando ho chiesto la somma – ha dichiarato don Vito – non conoscevo la patologia specifica di M.D.G. Sapevo solo che aveva qualche problema, ma constatavo che era autonomo. Viveva da solo, faceva acquisti autonomamente e sul conto corrente che aveva alla posta solo lui poteva operare. Non ho voluto approfittare del soggetto ma neanche cercare di circuirlo. Avevo bisogno di un prestito perché avevo fatto un mutuo per l’acquisto di un’abitazione. E a garanzia del prestito ho rilasciato degli assegni”.