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SI al voto!

Vota si, vota no. Vota si per dire no e viceversa. In realtà si vuole creare molta confusione intorno al referendum sulle trivelle del 17 aprile. Forse perché, come ha chiaramente detto il premier Matteo Renzi, il più grande partito italiano, il PD – seppur con le dovute minoranze – si asterrà dal voto, invitando a gran voce i cittadini a non recarsi alle urne. Tutto messo lì, nero su bianco. Nonostante circolari e ostruzionismi, articoli che sostengono “non è stata detta tutta la verità” e Greenpeace che prove alla mano dimostra quanto sia inquinato il mare vicino alle piattaforme, ci si sta accorgendo che del referendum e delle trivelle se ne parla eccome. Se ne parla soprattutto nei Social, ma anche nei quotidiani, negli stand Legambiente per strada. E tutto fa brodo. Almeno per chi, come le nostre testate, invita i cittadini a votare SI al referendum contro le trivellazioni nei mari italiani. Ieri, dopo diversi scontri politici su cosa e come votare, come bambini che si contendono la palla, è intervenuto sul tema, il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi. “Al referendum sulle trivelle si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto: significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’ identità del buon cittadino”.

Ma Grossi ha detto, sottilmente un’altra cosa di non poco conto: “Le domande poste al giudice delle leggi e dei conflitti appaiono come il segnale della riemersione, nel tessuto sociale, di bisogni non compiutamente soddisfatti, come se le ragioni politiche delle scelte risultassero insufficienti o inadeguate rispetto alle ragioni giuridiche”. L’intervento del massimo esponente della Consulta, per il vero, si attendeva da tempo e per tante altre tematiche fortemente sentite nell’ordinamento italiano. Riforme dubbie, leggi incostituzionali, governi tecnici non contemplati dalla Costituzione. Adesso interviene per un argomento solo apparentemente banale e questo “esporsi” è rassicurante da un lato e preoccupante dall’altro, quasi un ossimoro: ciò vuole dire che quanto fatto dal Governo, ovvero lanciare un messaggio a favore del non voto, è molto grave. La nostra legge fondamentale dice chiaramente che il voto, conquistato dopo anni ed anni di lotte, è un dovere civico oltre che un diritto dell’individuo, rientrando a pieni titoli tra i valori primari di uno Stato democratico. Adesso però ci si chiede un’altra cosa: ma Mattarella, il Presidente della Repubblica, dov’è?

Claudia Marchetti

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Tags: #Notrivreferendum 17 aprile