Una ventina di kiters marsalesi hanno dato vita questa mattina alla veleggiata contro le trivellazioni in mare promossa dal coordinamento provinciale trapanese in difesa del territorio. Ogni partecipante ha indossato una maglietta su ognuna delle quali era scritta una lettera fino a comporre, una a fianco all’altra il messaggio “No Triv”. Contemporaneamente sul lembo di terra antistante lo specchio di mare di Capo Boeo si è organizzato un banchetto informativo con la documentazione relativa alle ragioni del sì e alla manifestazione regionale del 30 marzo contro il governo Crocetta.
“Oggi a Marsala – si legge nella nota – si è svolta una simbolica e importante iniziativa che ha visto la cittadinanza e gli atleti e amanti del mare e di questo sport manifestare l’amore per la propria terra e la volontà di difenderla”.
La veleggiata odierna si inserisce nel quadro della campagna referendaria in vista della consultazione elettorale sulle trivellazioni del prossimo 17 aprile, ma anche nell’ambito della mobilitazione regionale contro il governo guidato da Rosario Crocetta, che culminerà con la marcia popolare del 30 marzo a Palermo. Due fronti che comunque si rivelano strettamente connessi, tenuto conto della posizione assunta dalla Regione Sicilia sulle trivellazioni.
“Un’iniziativa simbolica e di informazione cittadina – si legge ancora nella nota diffusa dal coordinamento – realizzata con l’intento di ribadire l’importanza di difendere il nostro mare e i nostri territori dalla loro svendita operata dal Governo regionale attraverso un modello di sviluppo per nulla virtuoso e basato su un processo inarrestabile di devastazione ambientale, speculazione militare ai massimi livelli e pessima gestione delle risorse pubbliche. Un modello di sviluppo che non tiene conto delle reali risorse di questa isola e del benessere dei cittadini, dei suoi abitanti”.
“Il nostro prezioso mare – prosegue il comunicato – è letteralmente sotto assedio ed è ovvio che la svendita delle coste siciliane e la conseguente corsa all’oro nero porterà profitti esclusivamente alle compagnie petrolifere mentre rappresenta un rischio inaccettabile per l’ambiente, l’economia e il benessere delle comunità costiere. Nella scelta del governatore Crocetta, non hanno avuto un peso né gli enormi danni che queste trivellazioni comporteranno in termini ambientali ed economici né i terribili danni che Eni ha già provocato in territori come Gela e aree limitrofe, zone in cui si segnala un elevatissimo tasso di tumori, leucemie, malattie infantili. Secondo i dati elaborati da Greenpeace vicino alle piattaforme petrolifere il mare è inquinato in due casi su tre. Noi in mare ci siamo nati e cresciuti, per noi è bene prezioso da difendere perché luogo di sano divertimento e socialità, fonte di sostentamento, attrattiva turistica, scrigno di beni archeologi e di memoria storica. Davanti ai continui attacchi sferrati da chi ci governa risulta quanto mai necessario far sentire la nostra voce per difendere il nostro mare, la nostra terra, il diritto a poter godere delle nostre risorse ambientali e di una vita dignitosa nei luoghi che amiamo e in cui siamo nati. Luoghi da cui mai vorremmo allontanarci ma che spesso siamo costretti a lasciare per cercare altrove migliori condizioni di vita”.