Mi chiamo Luca Di Giovanni ed esercito la professione di avvocato presso il Foro di Marsala. Di recente, la burocrazia ed i grovigli normativi (cancrena tutta italiana), mi hanno portato ad affrontare una “battaglia” di diritti e di civiltà. Sto curando, infatti, una procedura esecutiva immobiliare per una Cliente, ammessa al Patrocinio a spese dello Stato. Ella è molto povera ma è creditrice di una discreta somma dal 2007 nei confronti di una persona a cui ho dovuto pignorare un immobile. Il codice prevede che la parte creditrice ha l’obbligo di depositare una costosa certificazione (ipocatastale) relativa all’immobile pignorato, a pena di estinzione dell’intera procedura. Essendo la mia Assistita indigente ed essendo stata ammessa al Patrocinio a spese dello Stato (il Decreto che lo disciplina è del 2002), ho fatto richiesta di rilascio “a debito dell’erario” di questa certificazione presso gli uffici dell’Agenzia del Territorio di Trapani. Questa, nella persona del Conservatore, si è più volte fermamente opposta al rilascio della certificazione richiesta, asserendo che l’art. 16 del Decr. Leg. n. 347/90 (che rappresenta la “Bibbia” delle Conservatorie) non prevede il rilascio “a debito” della stessa. Nonostante le mie insistenze, Il Conservatore non si è però mai mosso dalla sua posizione, aggiungendo che tale certificazione non era mai stata rilasciata a debito, e che nessuno degli altri suoi omologhi di altre circoscrizioni, che aveva appositamente interpellato, avevano mai rilasciato tale certificazione “a debito dell’Erario”. Ha affermato che, addirittura, da sempre sono gli avvocati dei creditori a corrispondere i diritti/tributi per il rilascio di questa certificazione (per la quale, a volte, servono anche diverse centinaia di euro!). Ora, dove sta scritto che gli avvocati, nel caso cliente ammesso al patrocinio a Spese dello Stato, debbano tirare fuori i soldi in luogo dei propri Clienti o, ancora peggio, dell’Erario?? E, soprattutto, come può consumarsi il paradosso che ad un soggetto, completamente indigente, che non depositi detta certificazione dacché non può permettersi di pagarla, il “sistema” neghi la prosecuzione della procedura esecutiva e, dunque, il suo incontestato diritto a potere migliorare la propria esistenza, in ragione di questo credito? Imperterrito, quindi, ho pure formulato un interpello alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, sottoponendo la questione ad uno dei massimi dirigenti della stessa. La cosa è andata avanti per mesi e, ovviamente, riportata alla Giudice dell’Esecuzione di Marsala. Questa, da subito sensibile alla tematica, ha interpellato altri suoi Colleghi (anche di altri Fori) sulla questione e, di concerto con l’interpellata Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, ha disposto che la stessa cancelleria delle Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Marsala si prendesse carico dei tributi dovuti per il rilascio di detta certificazione in favore della mia Assistita. Così, finalmente, la Conservatoria si è decisa a rilasciare “a debito” la tanto agognata certificazione, che poi ho depositato. Faccio presente che, sulla base delle informazioni da me reperite, tutto ciò non era MAI avvenuto in precedenza in nessun altro Tribunale, stante la netta “ostilità” al riguardo mostrata dai Conservatori. Ecco, mi piacerebbe condividere questo ottenuto “traguardo” con i miei colleghi e con la gente, in generale. E ciò, sia chiaro, non per “gloria personale”, ma per indicare la strada a quelli che incontreranno le mie stesse difficoltà e, soprattutto per dare indirettamente una mano alla povera gente, a cui, troppo spesso, la burocrazia continua a negare evidenti diritti e renderla vittima di grotteschi paradossi.
Luca Di Giovanni