Quando un organo di stampa deve ritornare per diverse volte sullo stesso argomento, ci deve per forza essere qualcosa di strano. Passata l’attualità e trascorso un certo numero di giorni, la notizia diventa come il pane il giorno dopo: sempre commestibile è, però ormai non è più fresco. E così, pur non essendo panettieri, ci troviamo costretti ad impastare di nuovo la stessa farina. Ci segnalano, credeteci per l’ennesima volta, come ieri mattina dalle 7 alle 7.50 il passaggio a livello di corso Calatafimi sia rimasto chiuso. Non vi raccontiamo che cosa significa quell’ora: tanto lo sapete già. Non scriviamo neppure le parole poco “eleganti” che sono state indirizzate contro le ferrovie e in generale contro le varie istituzioni: ai diretti interessati, se non sono sordi, debbono avere fischiato, ma forte, le orecchie. In cronaca nei mesi scorsi e nelle settimane precedenti abbiamo riportato di tutto l’impegno che l’Amministrazione comunale di Marsala ci sta mettendo. Il sindaco è andato più volte a Palermo a parlare con i dirigenti regionali delle Ferrovie. Non contento è volato (e cosa volevamo, che prendesse il treno?) a Roma, dove è stato ricevuto dal comparto nazionale che si occupa delle ferrovie. A tanto impegno hanno fatto riscontro tante belle promesse. Soluzioni a breve termine e progetti a più a lunga scadenza. Siamo sicuri che qualche cosa sarà fatta. Ma quando? E nel frattempo quanto del nostro tempo trascorreremo dietro le sbarre dei passaggi a livello? Signori delle ferrovie, signor sindaco, è sbagliato dire che ci siamo stancati? È stantio chiedersi cosa debbono fare Vigili del fuoco, che inopportunamente ancora hanno la loro caserma in corso Calatafimi, se capita di effettuare un intervento nel centro storico e trovano il passaggio a livello chiuso? E se si tratta di un mezzo di soccorso sanitario? A margine di questa vicenda ci sono due aneddoti che vorremmo proporvi. Il primo è una storia che ci ha raccontato il sindaco: durante uno dei tanti colloqui palermitani Alberto Di Girolamo si è sentito rispondere che il dirigente con cui aveva discusso fino a quel momento era stato trasferito e il suo successore non conosceva bene l’argomento. Morale, si è iniziato tutto daccapo. Cose italiane, direte voi? Eppure accadono, e noi dietro le sbarre ad aspettare. Il secondo è una nostra curiosità: sabato scorso accompagnato da “squilli di tromba” è giunto a Marsala il sottosegretario alla Pubblica Istruzione, il palermitano Davide Faraone. Comunque la pensiate sulla “buona scuola” e dato che arrivava in auto con la scorta dal capoluogo siciliano non siete (siamo) curiosi di sapere se, magari dalle parti di Birgi, sia rimasto ad aspettare dietro uno dei tanti passaggi a livello chiusi? Salutiamo le sbarre democratiche