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Alcamo: tensione tra comunità locale e richiedenti asilo. Il presidente del Consiglio comunale: “La nostra non è mai stata una città razzista”

Il presidente del consiglio comunale interviene sull’incidente di via Ugo Foscolo, sul quale aleggiano motivi discriminatori. Si mobilita il comitato antirazzista della città

“È chiaro che quando si turba la nostra pace, incominciamo a vedere gli stessi migranti con un occhio un po’ critico, ma le assicuro che Alcamo non è stata mai una città razzista, anzi. Il primo campo immigrati, ne parlò persino La Repubblica anni fa, l’abbiamo fatto qua. Abbiamo avuto sempre un’attenzione particolare verso i migranti, tanto è

Giuseppe Scibilia

vero che non è mai successo nulla. Il problema ora è diventato un po’ più serio”. Sono le dichiarazioni che ci ha rilasciato il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Scibilia, all’indomani dell’incidente avvenuto in via Ugo Foscolo, nel quale sono rimasti feriti due minori stranieri non accompagnati del Centro di prima accoglienza straordinaria (c.d. Hub), dopo essere stati travolti “accidentalmente” dall’auto guidata da un giovane alcamese. Non sono ancora ben chiare le dinamiche del sinistro. Ciò che oggi è noto è che i due giovani migranti, fortunatamente, non hanno subito lesioni gravissime, nonostante urtando contro la macchina siano rimbalzati a una distanza di circa 2 metri. Sembra sia stata la presenza di una pattumiera a fare da scudo ai due minori, i quali hanno riportato “soltanto” lievi contusioni e un trauma toracico. Precisamente, i due richiedenti asilo stavano prendendo parte ad una protesta contro il ministero dell’Interno, indifferente alle richieste di delucidazioni sul motivo della loro ingiustificata permanenza nel centro, che ha da mesi superato i limiti consentiti dalla legge. Infatti, secondo la normativa italiana che disciplina gli Hub, i minori stranieri non accompagnati dovrebbero alloggiare in queste strutture per un massimo di 60 giorni, 90 in casi straordinari, per essere poi trasferiti in un ulteriore centro che ha il compito di seguire la loro educazione fino al raggiungimento della maggiore età. Dunque, nell’inscenare la contestazione, un piccolo gruppo di adolescenti del centro ha bloccato la via Ugo Foscolo, costruendo una barriera con sedie e bidoni dell’immondizia contro la quale il giovane alcamese si sarebbe scagliato con la sua autovettura, a seguito di una disputa con i manifestanti. Secondo la versione del ragazzo, la sua non sarebbe stata una reazione volontaria, ma frutto di un momento di confusione, panico, che lo avrebbe indotto a premere l’acceleratore. I testimoni finora sentiti dalle forze dell’ordine sembrano confermare tale narrazione dei fatti, anche se si sussurrano diverse dinamiche della vicenda, e che propenderebbero per un gesto intenzionale del conducente, “fiancheggiato” da alcuni residenti, da tempo insofferenti alla presenza dei giovani migranti nel quartiere, e alle loro ripetute proteste. Ma l’intolleranza nei confronti degli adolescenti stranieri è sfociata anche attraverso commenti razzisti su diversi siti di informazione del territorio di Alcamo.

Per rispondere agli incitatori della violenza, il Comitato Antirazzista “Non basta un minuto di silenzio – Hurrija” ha

Comitato Antirazzista Hurrjia

diffuso nelle ultime ore un comunicato stampa in cui si esprime “Grande preoccupazione per l’atteggiamento di ostilità nei riguardi delle persone richiedenti asilo, residenti sul territorio alcamese, inaspritosi in seguito ad episodi di protesta, in cui si rivendica il diritto fondamentale dell’acquisizione dei documenti in tempi ragionevoli”. Inoltre, all’interno del testo, si leggono le critiche nei confronti di quei movimenti che nel territorio alcamese stanno cavalcando l’onda del problema dell’immigrazione e della mancanza di efficaci politiche di integrazione. “La retorica xenofoba e razzista, che dirige sui rifugiati la rabbia dei cittadini, è oltremodo pericolosa ed è causa di tensioni sociali difficili da arginare. Si chiede, perciò, grande responsabilità a tutti gli attori sociali, in special modo ai soggetti politici, nell’uso dell’argomento migrazioni”. Quelle del comitato sono affermazioni che, implicitamente, sembrano riferirsi alle recenti esternazioni di alcuni esponenti del movimento politico “Rivoluzione alcamese”, vicino a Salvini, alle quali ha dato voce anche il candidato sindaco, Baldassare Lauria, in occasione della presentazione del detto movimento il 6 dicembre scorso “A chi mi dice che è per l’integrazione, io gli rispondo che è ipocrita, perché nessuno di voi nella sua vita ha mai ospitato una famiglia di immigrati a casa sua, oppure, ha passato

Conferenza di presentazione di “Rivoluzione alcamese”

il Natale in una famiglia di immigrati”. Poi, ha dichiarato “Non so quanti di voi sono stati a Berlino. Ci sono quartieri che sembra di essere in Pakistan o in Turchia. Ecco, tutto questo dimostra come l’integrazione, a livello concettuale, è un fallimento”. Su queste considerazioni dell’avvocato Lauria, abbiamo chiesto un parere al presidente del consiglio comunale Scibilia “Io credo che il candidato sindaco Lauria, persona che io rispetto anche come professionista, stia prendendo un grosso granchio. Va contro corrente, va contro il pensiero dell’Europa, perché è chiaro, evidente, che il problema dell’immigrazione è diventato qualcosa da mettere al primo posto”, aggiungendo “Io ricordo a tutti che non si tratta di gente di colore, di gente che appartiene all’Africa o all’Asia. Si tratta di persone e, quindi, come tali, credo sia giusto rispettarli. Nessuno dimentichi quando i nostri genitori, i nostri nonni, andavano all’estero a lavorare, in America, e venivano chiamati mafiosi, tutti, a prescindere. E questo non ci piaceva”. La ricetta che propone Scibilia è quella di rendere i giovani del centro più attivi, integrandoli sul territorio attraverso il volontariato, all’interno di progetti volti alla cura della città. Soluzione che appare poco fattibile. Gli Hub, infatti, sono concepiti per una breve permanenza e il “Progetto solidale” di Alcamo, finanziato dall’Europa per circa 700 mila euro per un totale di 9 mesi di attività, ha come compito quello di fornire vitto e alloggio ai minori stranieri non accompagnati. Tali progetti, spesso, ricevono i contributi dopo tanti mesi. Ad esempio, la prima tranche dei finanziamenti, grazie alla quale è stato acquistato l’abbigliamento invernale per i ragazzi, è arrivata da qualche settimana. In più, le Sim consegnate ai ragazzi di 15 euro per 3 mesi, risultano insufficienti per chiamare casa costantemente. Inoltre, i minori non usufruiscono del c.d. pocket money, la diaria di 1.50 euro al giorno che percepiscono invece i rifugiati adulti, e che costituisce da un po’ di tempo il secondo motivo che innesca le proteste dei giovani del centro. Il progetto di accoglienza, comunque, offre ai ragazzi anche la possibilità di impegnarsi in attività. Durante la settimana assistono alle lezioni di italiano, praticano sport. Inoltre, sia gli operatori che richiedenti asilo, ricevono formazione da alcune delle maggiori organizzazioni internazionali come Save the children, UNHCR, CRI,OMI che, tuttavia, non sembrano dare quel supporto necessario quando si verificano episodi di protesta, così come non si ha traccia delle pressioni di dette organizzazioni sul ministero dell’Interno per accelerare i tempi dei trasferimenti, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte dei richiedenti asilo. Il fatto, poi, che il Comune abbia solo un compito di sorveglianza, in quanto l’ente locale non è partner del progetto, non può che dar luogo ad una condizione di “emarginazione” non solo dei richiedenti asilo ma anche degli operatori che si trovano impreparati nel gestire circostanze difficili. Il risultato è che sembra non esistere comprensione verso gli ultimi da almeno una parte della comunità alcamese, in controtendenza rispetto a quella misericordia invocata da papa Bergoglio all’apertura del Giubileo a Roma di qualche giorno fa.

Linda Ferrara

redazione

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