Il consigliere comunale Trovato: “Una vicenda che rispecchia l’andamento della politica ad Alcamo”
È trascorso quasi un anno dalla cessione del rettangolo di gioco da parte della ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori, eppure, il Sant’Ippolito non è stato ancora restituito alla città. Costato 1 milione e 200 mila euro, sono oscure le ragioni del ritardo riguardo il collaudo e l’omologazione.
Un progetto, quello dello stadio, che era stato ideato nel lontano 2008, sotto l’egida dell’allora amministrazione Scala, e definito nel 2011, quando la giunta di centro-sinistra decise di partecipare al bando regionale sull’impiantistica sportiva, finanziato con i fondi europei 2007/2013. Le risorse inviate da Bruxelles, infatti, avrebbero potuto sostenere i costi di manutenzione e ristrutturazione di cui il campo necessitava. Dunque, l’idea dello stadio Sant’Ippolito è diventata nel tempo una delle priorità della giunta Scala, la quale aveva persino cambiato la destinazione di un mutuo contratto con il Credito sportivo, che doveva sovvenzionare il piano di una piscina comunale e poi, per l’appunto, accantonato. Da quella decisione sono trascorsi altri 4 anni.
Nel frattempo è cambiata la giunta, dal 2012 a guida Bonventre, poi sostituita nel 2015 dal commissario Arnone e, ad oggi, solo una parte di quel disegno è stato portato a termine. La tribuna, ad esempio, non è stata ancora ultimata. Inoltre, soltanto dopo la consegna del campo l’Amministrazione ha ritenuto di dover dotare lo stadio di un impianto di illuminazione di oltre 140 mila euro. Ci chiediamo come sia possibile che l’installazione di un impianto energetico non fosse prevista nel progetto iniziale. Per di più, le due associazioni che attualmente calpestano il terreno da gioco, la SSD Alba Alcamo e la Scuola Calcio Adelkam, lo fanno in deroga al collaudo. L’ex assessore allo Sport, Stefano Papa, infatti, aveva consentito lo scorso gennaio l’ “allenamento in forma precaria”, e chiesto “formalmente ad ogni società di provvedere all’assicurazione dei singoli atleti nonché all’obbligo di dotarsi di un presidio di pronto soccorso vista l’inagibilità dei servizi igienici e dell’infermeria”. Dal 2014, tra le altre cose, le associazioni sportive non possono neanche usufruire delle docce, in mancanze della caldaia. I giocatori della SSD Alba Alcamo, ad esempio, sono costretti a tornare allo stadio “Lelio Catella”, il quale a sua volta non risulta essere a disposizione delle associazioni calcistiche a causa del manto erboso danneggiato. Ma ancora un’altra scure potrebbe abbattersi sul campo sportivo: il 31 dicembre 2015 è il termine ultimo di ammissibilità della spesa rendicontabile alla Commissione UE per il ciclo 2007-2013. Se le amministrazioni non certificano le spese, i fondi europei potrebbero andare perduti a discapito della collettività.
Abbiamo chiesto al consigliere comunale Trovato di Area Democratica delucidazioni sulla situazione dello stadio.
Un suo recentissimo intervento sul campo sportivo Sant’Ippolito non ha ricevuto risposta in Consiglio comunale. Per quale motivo?
“Perché non sanno neanche loro dove devono andare a prendere la risposta. Secondo me tutto è fermo. Il campo non è omologato, la tribuna ancora deve essere terminata. Per gli spogliatoi manca la certificazione energetica che è a norma. Diciamo che siamo in ritardo e non si fa nulla come per tante altre strutture che sono ferme”.
Come mai tutto questo tempo per realizzare un’opera?
“Questo rispecchia l’andamento della politica ad Alcamo. Purtroppo si sta vivendo un momento triste per quanto riguarda l’imposizione della politica che dovrebbe dettare “legge”: poter far sì che tutto quello che è in itinere venga fatto”.
Secondo lei questi ritardi sono dovuti ad uno scontro tra politica e dirigenti?
“Secondo me c’è uno scontro dovuto ad un mancato interessamento nel seguire i lavori per come si deve. Il Sant’Ippolito è una struttura che dovrebbe servire a tutta la nostra comunità, ai giovani che dovrebbero avere un posto dove potere dedicare effettivamente il proprio tempo libero, ma doveva essere anche una struttura che doveva servire gli “over”.
Quindi anche le squadre amatoriali.
“Sì, perché in passato ci sono stati tornei trentennali e, questo lasso di tempo abbastanza lungo, sta privando proprio di una struttura che io ritengo primaria per poter espletare questa funzione. Tra l’altro abbiamo fatto un mutuo di 1milione e 300 mila euro, e ancora la struttura resta così per come è. Io spero che con la mia sollecitazione in Consiglio Comunale, gli amministratori e i dirigenti si attivino affinché questa struttura sia messa a disposizione dei cittadini alcamesi”.
Eppure i lavori sono stati consegnati nel dicembre del 2014.
“Sì, ma hanno consegnato solamente il campo. Tutto ciò che sta attorno, ancora è da definire con piccoli dettagli tecnici”.
Lei ha ricevuto una spiegazione sul perché di questi ritardi?
“No, assolutamente. Io attendo risposta da parte dell’Amministrazione e dei dirigenti affinché si proceda alla struttura che io ritengo meritevole di essere ultimata. Ma non è l’unica struttura che ancora deve essere ultimata. Ad Alcamo ci sono altre strutture che dovrebbero essere consegnate ai cittadini. Io, ad esempio, avevo prospettato per il Teatro Cielo d’Alcamo un impianto di climatizzazione, in modo tale che potesse essere usufruibile tutto l’anno. Appena si arriva a giugno, tutto rimane chiuso perché la temperatura interna non permette di essere utilizzato dai cittadini”. Come mai, solo successivamente alla consegna del campo da parte della ditta esecutrice, l’Amministrazione ha ritenuto di provvedere ad un impianto di illuminazione?
“È come se si partisse dalla fine invece che iniziare dalla tutta l’elaborazione che il progetto necessitava. Purtroppo mancando l’azione politica, la classe dirigenziale si è “seduta” sulle proprie posizioni e non pone attenzione, come dovrebbe, alle cose che devono essere ultimate. Comunque, è mia conoscenza che i soldi dell’illuminazione sono stati stanziati, ancora però il ritardo è sempre eccessivo. Mi auguro che entro dicembre terminino tutti i lavori perché altrimenti presenterò un’interrogazione chiedendo una spiegazione: di chi è la colpa dei ritardi sullo stadio Sant’Ippolito?”
Linda Ferrara