E’ riuscito a sorprende ancora una volta l’artista Vito Linares con un’altra insolita mostra dall’eloquente titolo: “Unicuique Suinum”. La Chiesa San Pietro che la ospita fino al 30 novembre, venerdì all’inaugurazione era gremita di persone intente ad osservare le opere dell’artista marsalese: una fetta di mortadella “sporcata” da uno smalto rosso inserito nel tubetto del ketchup che ha disegnato figure, seni, fiori, volti di donne e uomini figli di una sottocultura priva di ideali, di valori, di quel cibo spazzatura inteso in senso lato, come l’ingurgitare rifiuti pittorici, beninteso non artistici, che circolano oggi in maniera sempre più potente. “Credo in questa operazione artistica, come messaggio verso coloro che non fermano un domani con giudizi comprensibili appena dai contemporanei, figuriamoci da imbalsamati ignoranti nostalgici – ha affermato Vito Linares –. Nelle opere le voci significative delle quali mi parto sono: la prima protesta, quella giovanile ed onesta di Andy Warhol, che attaccava un’industria che produceva cibo spazzatura (poi la lettura cambiò direzione e significato perchè i soldi spesso fanno cambiare idea). Oltre ad un momento tecnico-artistico-espressivo che porta al lavoro fatto da Pablo Picasso, per un fantastico “divertissement”, con le scie di luce tracciate davanti ad una macchina fotografica messa in posizione “Posa”, in pieno buio, con una semplice torcia elettrica”. Dalle tele di Linares viene fuori un bisogno di criticare negativamente chi ha gli occhi ormai dietro la nuca o non li ha affatto, merito della cattiva scuola. Un’operazione politica, sociale e di “impegno contro” per Linares, grazie all’insegnamento di Michelangelo Merisi, il Caravaggio. Linares è riuscito nell’intento, con la propria irriverente arte che lo contraddistingue, di rappresentare quello che Arte, con la A maiuscola, non è. La mostra è visitabile dalle 17 alle 20.