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La Dia sequestra beni per 20 milioni di euro all’imprenditore Andrea Moceri

Nuove grane per Andrea Moceri. Terreni, beni immobili, partecipazioni societarie e depositi bancari per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro, riconducibili all’imprenditore castelvetranese e ai suoi familiari, sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Trapani La proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, avanzata dal direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla, è stata accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani che ha emesso il relativo provvedimento ablativo condividendo le investigazioni condotte dalla Dia trapanese, d’intesa con il Procuratore aggiunto Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione” della Dda di Palermo.

Andrea Moceri, 57 anni, è un noto imprenditore operante nei settori del commercio di autoveicoli e turisticoalberghiero e rientra nel novero dei soggetti indiziati di “appartenenza” alla consorteria mafiosa.

Pur non annoverando a proprio carico condanne per il reato di cui all’articolo 416 bis del codice penale, infatti, sono emersi a suo carico stretti legami di natura economica e finanziaria con gli ambienti della criminalità organizzata attiva nei Comuni di Campobello di Mazara e Castelvetrano.

E’ stata, inoltre, accertata l’attività di finanziamento di Moceri, mediante l’esercizio abusivo di attività creditizia, nei riguardi dell’oleificio “Fontane d’oro s.a.s.”, con sede a Campobello di Mazara. L’azienda,  oggi in amministrazione giudiziaria, in passato è stata riconducibile a Francesco Luppino, elemento di spicco della locale famiglia mafiosa, fedelissimo del boss latitante Matteo Messina Denaro e attualmente detenuto (di Luppino e di “Fontane d’oro” si parla anche nell’inchiesta “Eden” che ha portato all’arresto di numerosi componenti della rete di Messina Denaro). Gli accertamenti economici e reddituali condotti dalla Dia trapanese hanno evidenziato la disponibilità da parte di Moceri, anche per interposta persona, di un patrimonio il cui valore è risultato sproporzionato rispetto al reddito dichiarato.

Nello specifico, il sequestro comprende 35 appezzamenti di terreno di varie estensioni a destinazione urbanistica; 35 unità immobiliari di varie dimensioni e differenti destinazioni d’uso (locali commerciali, appartamenti per civile abitazione, rimesse etc); 6 compendi aziendali; quote di partecipazioni in società di capitali, per un valore nominale complessivo di euro 400.000,00 circa; 38 deposti bancari e/o altri rapporti bancari; 5 polizze assicurative.

La Cgil ha espresso soddisfazione per il sequestro operato dalla Direzione investigativa antimafia nei confronti di Campobello di Mazara Andrea Moceri. “L’ingente patrimonio sequestrato – ha detto il segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona – dimostra, ancora una volta, come la mafia riesca a detenere buona parte del potere economico nel territorio trapanese ostacolando lo sviluppo di importanti settori produttivi. L’imprenditore a cui sono stati sequestrati beni per venti milioni di euro – prosegue – aveva, negli anni, indirizzato i propri interessi in più settori a dimostrazione di quanto il malaffare riesca a ramificarsi, godendo di connivenze, nell’intero sistema produttivo del territorio a danno dell’economia e dei lavoratori”. La Cgil di Trapani, rivolgendo un plauso agli investigatori impegnati nella costante affermazione della legalità contro la mafia, auspica che lo Stato garantisca continuità e futuro occupazionale ai lavoratori.

redazione

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