L’IRVO, Istituto Regionale Vino e Oli di Sicilia, con sede a Marsala, con la collaborazione di ENEA e Legacoop Agroalimentare della Sicilia, ha svolto un importante workshop sull’anidride carbonica di fermentazione da scarto ad opportunità nel Padiglione Cooperambiente dell’Ecomondo Rimini 2015. “Interpretando il ruolo e i temi in chiave di riduzione di CO2 e di agricoltura sostenibile, ha messo in evidenza con forza le notevoli opportunità che presenta il segmento di utilizzo dei sottoprodotti in termini di decarbonizzazione dai fossili e di recupero economico delle materie prime”, ha fatto sapere Pino Gullo, responsabile del Dipartimento di Green Economy di Legacoop Sicilia. Sotto l’attenta regia di Antonello Pezzini, rappresentante del Comitato Economico e Sociale Europeo, che ha presieduto e moderato l’evento animandolo con un filmato introduttivo sulle nanotecnologie, è stato affrontato il possibile contributo del settore vitivinicolo al tema della decarbonizzazione e dei cambiamenti climatici, di grande attualità ed in perfetta armonia con il COP21 sul clima che si terrà nel mese di dicembre 2015 a Parigi. Anche se in ambito agricolo il ciclo della CO2 è considerato un ciclo chiuso e in parecchi contesti diventa carbonio negativo (perché assorbe più CO2 di quanta ne emette) il progetto, presentato dall’enologo marsalese Mario Ragusa dell’IRVO, migliora questo rapporto attraverso la trasformazione della CO2 in biometano. Processo non privo di apporti energetici esterni che possono essere reperiti nelle fonti energetiche alternative: sole, vento, maree o dalle eccedenze di rete dovute ai surplus di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non programmabili. Si può ipotizzare che, attraverso l’utilizzo dell’apporto delle energie alternative, l’uva diventa mosto, raspi e vinacce che producono CO2 che diventa biometano che può essere utilizzato per alimentare le macchine che lavorano nelle vigne. Anche Andrea Capriccioli di Enea ha presentato il progetto Progeo, volto a realizzare un impianto di recupero della CO2 emessa dal ciclo di vinificazione. Nel corso del workshop è anche stata affrontata la valutazione dei costi necessari per la realizzazione di un impianto in grado di catturare 2.000 T/Anno di anidride carbonica che ammonterebbero a circa 2.500.000 euro. Sergio Mantovani ha illustrato il grande lavoro svolto sia in termini di tecnologie utilizzate che di ricerca dei materiali, sia delle analisi effettuate sulla permeabilità ai gas degli stessi per poter garantire la massima sicurezza nel processo di conversione. Biagio Bergesio di Legacoop Agroalimentare, in conclusione, ha sottolineato l’importanza del settore Vitivinicolo all’interno dell’associazione che raggruppa, a livello nazionale, 80 cantine, con un fatturato di circa un miliardo di euro anno pertanto, il progetto potrebbe diventare un ottimo viatico per creare valore sia i termini economici che in termini ambientali.