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Associazioni per disabili, un lettore risponde ad Emiliano Zerilli

Sottopongo il mio pensiero non in contrapposizione a quello che scrive il sig. Emiliano Zerilli, esprimendo quanto segue: “A mio giudizio i motivi non sono solo di natura economica come potrebbe pensare gran parte della gente ma ci sono anche motivi socio-familiari che fanno optare le scelte in un sola direzione. La maggior parte delle persone tra cui anche molte famiglie di disabili pensa che i bisogni di un disabile siano uguali a quelli di un bambino, o che i vari momenti di aggregazione che le associazioni fanno siano necessari all’integrazione, ma trattare una persona da eterno infante non offende la sua dignità? Naturalmente si! E a mio avviso è questo il grosso problema di molte città tra cui purtroppo anche la nostra Marsala, il considerare “eterni bambini” persone adulte che magari hanno delle potenzialità inespresse anche a loro insaputa. Lui scrive giustamente esprimendo un “giudizio” che può essere condiviso ma anche opinabile. Io dico la mia mia come volontario in una associazione di volontariato Onlus che aiuta per tre giorni la settimana a restare insieme, e vivere l’attività ludico/ricreativa come unica risorsa per poter essere un tutt’uno. Nel suo dire sottolinea che non si tratta solo di un problema economico e che i familiari li vedono eterni bambini e parla di integrazione. Discorsi e parole bellissime, ma Lei personalmente si è mai scontrato con i problemi che affrontano quotidianamente i responsabili di chi opera effettivamente, e non sulla carta, con le diverse disabilità della nostra associazione? Si è mai interessato personalmente o fatto interessare le istituzioni al loro grido di richiesta di attenzione? Lei lo sa che ci sono dei locali di proprietà comunale che dopo undici anni sono stati assegnati alle varie associazioni, e dopo che i presidenti hanno firmato il contratto di assegnazione l’ex amministrazione o una “disinteressata” persona a fatto decadere il bando di gara per “vizio di forma”. Le ricordo che cominciava a bruciare la poltrona al sindaco e a tutto il consiglio, ergo la paventata campagna elettorale, motivo in più per tenere questa gente per il collo. Parlo di una realtà non virtuale, ma di una lotta continua per pagare la bolletta della luce, l’acquisto delle bombole di gas, i piatti e i bicchieri di plastica, i tovaglioli di carta, la carta igienica e si deve ringraziare se non si guasta il motorino dell’acqua, perché sono dolori. Tutti sono venuti a vedere con i propri occhi quello che si vive in questa associazione, ma nessuno mai ha mosso un dito, e non le dico il via vai di gente in campagna elettorale, ma noi si continua a vivere di stenti, checchè ne dicano i “benpensanti” che con le associazioni di volontariato si fanno i soldini. Le faccio memoria solo di una cosa, un giorno mi hanno rimproverato dicendomi: “che amici hai” e chi lo ha detto si vantava che trova sempre le porte aperte, “beato lui”, a noi la porta ce la sbattono sempre in faccia, nonostante gli appelli e dobbiamo ringraziare pochissime persone, non iscritte a “nessun club di servizio” se a Natale ci offrono il panettone e a Pasqua la colomba o l’uovo. Chiudo con le parole di una bellissima canzone: “prima di sparare pensa”, non siamo fatti così per forma mentis a farlo, prima spariamo e poi pensiamo.

 Ignazio Montalto

Claudia Marchetti

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Tags: associazioni disabili