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“Contro la guerra e contro la Nato”: a Marsala circa un migliaio i partecipanti alla manifestazione regionale

Bandiere, slogan, musica, performance artistiche, colori: questi gli elementi che hanno caratterizzato la manifestazione regionale contro la guerra e la Nato tenutasi ieri pomeriggio a Marsala. Un corteo che, come da programma, è partito poco dopo le 16 dallo spiazzale antistante il costruendo Monumento ai Mille, attraversando il lungomare, via Mario Nuccio, via Mazzini, piazza Pizzo, via Amerigo Fazio e via Roma, per scendere poi nuovamente verso piazza del Popolo. L’imprevisto meteorologico è arrivato poco prima delle 18, quando una pioggia torrenziale si è abbattuta su Marsala, impedendo di fatto ai manifestanti di chiudere in piazza della Vittoria con un momento di riflessione e confronto aperto alla cittadinanza sui temi della mobilitazione, arrivata al culmine di una serie di iniziative tenutesi in tutta la regione contro le esercitazioni in corso a Birgi e in varie basi della Nato, e più in generale contro la militarizzazione del territorio siciliano. “In piazza avremmo lanciato le nostre proposte per la riconversione ad uso civile di molte strutture militari, a cominciare dai locali dell’aeronautica in via Dante Alighieri o del lungomare che porta a Spagnola – spiega Francesco Tumbarello, tra i promotori del coordinamento provinciale contro la guerra e la Nato -. Ci saranno comunque altre occasioni per farlo, quello di oggi non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza”.

Tra gli slogan più gettonati: “Senza Muos e senza Sigonella, la Sicilia sarà più bella”, “Ci tolgono le scuole, ci tolgon gli ospedali, sono rimaste solo basi militari”, ma anche i più tradizionali richiami alla “liberazione della Palestina”. Sul fronte politico, particolarmente bersagliati il leader leghista Matteo Salvini e il presidente della Regione Rosario Crocetta. Unica nota stonata: qualche coro di cattivo gusto partito dalle frange più “arrabbiate” contro le forze dell’ordine, che hanno seguito la manifestazione per tutto il percorso. Il corteo non ha comunque registrato momenti di particolare tensione come qualcuno temeva, ricordando la manifestazione contro Salvini organizzata a maggio, quando si era rischiato lo scontro tra i gruppi contestatori e Casa Pound, con le forze dell’ordine che a un certo punto si erano schierate in assetto antisommossa. Stavolta non ci sono state infiltrazioni e il lavoro per gli agenti del commissariato di polizia e del comando dei vigili urbani (comunque presenti con numerose unità) si è svolto in maniera tutto sommato tranquilla.

Gli organizzatori parlano di circa un migliaio di partecipanti al corteo (ad occhio, in verità, sembravano meno). Come preannunciato, c’erano diversi gruppi confluiti da diverse zone della provincia e della regione, arrivati a Marsala con alcuni pullman organizzati. Magari si pensava che potessero essere più numerosi. E anche dai marsalesi ci si sarebbe aspettati una maggiore partecipazione. Al di là del nucleo promotore, cuore pulsante della mobilitazione, c’erano gli scout dell’Agesci, il presidio di Libera, qualche consigliere comunale (Daniele Nuccio, Linda Licari e Aldo Rodriquez), alcuni componenti del meetup del M5S di Marsala, il gruppo di Rifondazione comunista e dei No Muos. Sono invece mancati gli studenti degli istituti superiori, mentre tanti marsalesi sono rimasti ai bordi della strada a seguire con un certo distacco il passaggio del corteo, quasi come fosse “lo sbarco degli alieni”.

E’ mancata anche l’amministrazione comunale: il sindaco Alberto Di Girolamo ha preferito non accogliere l’invito a presenziare lanciato dall’associazione Trapani Cambia a tutti i primi cittadini del territorio. (A dire il vero, abbiamo incontrato il vicesindaco Agostino Licari e l’assessore Clara Ruggieri intenzionati a raggiungere il corteo in piazza della Vittoria, prima che la pioggia lo disperdesse anticipatamente). L’unico sindaco ad aderire è stato Gaspare Giacalone, che assieme all’assessore Federica Cappello, al presidente del Consiglio comunale Francesco Zichittella e a un gruppo di consiglieri ha rappresentato la comunità di Petrosino in questa giornata. Pochi, in verità, gli esponenti politici siciliani: c’era il segretario regionale di Sel Massimo Fundarò e l’ex parlamentare Ottavio Navarra con la neocostituita rete siciliana “A Sinistra”, che nelle scorse settimane è stata tenuta a battesimo a Partinico con una partecipata iniziativa.

La sensazione è che gli spazi per una proposta politica alternativa, a partire proprio da iniziative del genere, possano ancora esserci. Tuttavia, bisognerà lavorare molto per non disperdere le energie profuse in queste settimane. Anche perché, l’impressione è che non sia stato facile far convivere chi sfilava con le bandiere arcobaleno e chi – un po’ polemicamente – rispondeva con qualche coro dal sapore ben diverso (“Ma quale pacifismo, ma quale non violenza, ora e sempre resistenza”). Ma bisognerà soprattutto convincere i disillusi, gli scettici e tutti coloro che negli anni hanno perso contatto con certe battaglie, stanchi per le sconfitte subite e la mancanza di risultati raggiunti. Bisognerà parlar loro con il linguaggio della concretezza: probabilmente il modo più efficace per farli tornare a credere nella possibilità di imporre determinate tematiche al centro dell’agenda politica dei governi o delle amministrazioni.

Vincenzo Figlioli

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