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Tasi, interviene Massimo Bellina: "Sono stati fatti alcuni errori. Ma Alberto merita di essere sostenuto"

Come scriviamo ormai da due settimana, la bocciatura della delibera sulla Tasi, con i suoi riflessi politici, è destinata a caratterizzare ancora a lungo il dibattito cittadino. Ad intervenire, stavolta, non è un partito o un gruppo consiliare, ma l’ex assessore della seconda giunta Lombardo Massimo Bellina, export manager della “Carlo Pellegrino & C. S.p.a.”, che pur criticando l’amministrazione rispetto ad alcuni passaggi di questa vicenda, la definisce “la migliore possibile”.
La vicenda Tasi segna una tappa importante nel percorso politico-amministrativo di questa Città e di certo non può passare inosservata agli occhi dei cittadini.  Si tratta di una storia estremamente semplice e priva di complicazioni di principio. In breve, mancano i soldi e si ricorre al sistema più facile per reperirli cioè si aumentano le tasse. Ricordate il famoso, caro, gioco del  Monopoli quando si arrivava diretti a destinazione senza passare dal Via? Più o meno la stessa cosa. Alla luce di questo, che al Comune stiano raschiando il fondo del barile non sorprende più di tanto. Quello che invece è più difficile da capire è come mai di questo “buco” ci si accorga solo ora. Il “fatto” avrebbe dovuto destare le preoccupazioni degli allora candidati a tempo debito e cioè durante la campagna elettorale. Una verifica dei conti attenta e precisa avrebbe evitato dichiarazioni temerarie del tipo “ritoccheremo le imposte al ribasso o nel peggiore dei casi non le alzeremo”. La questione fiscale è importante e meritava di certo una più attenta valutazione. Si è trattato di una buccia di banana che era facile evitare, una mancanza di accortezza che comunque non smuove di un millimetro la mia personale convinzione che questo Sindaco e questa giunta siano le migliori possibili. Altra storia è quella relativa alla mancata approvazione dell’aumento Tasi da parte del Consiglio comunale ove la maggioranza avrebbe dovuto premiare il Sindaco e pertanto avallare le decisioni della Giunta.  Il “gesto” di ribellione da parte di alcuni consiglieri che si sono uniti all’opposizione nel dire no, non è affatto criticabile e a mio parere non può essere oggetto di polemiche. In sostanza i consiglieri non hanno fatto altro che adempiere al loro ruolo e la ragione del no è vecchia come il cucco.  Tutti sanno che alzare il braccio per esprimere il proprio diniego nei confronti di un provvedimento impopolare fa parte di quella simbologia politica spicciola tipica di questo tipo di Consessi. Il  motivo è puramente demagogico e consiste semplicemente nel tentativo di ingraziarsi la benevolenza della maggior parte dei cittadini. Un piccolo investimento il cui profitto potrebbe concretizzarsi in occasione di prossime elezioni. Tutto regolare quindi e di certo niente di veramente disdicevole. Inoltre, questa opposizione è anch’essa la migliore possibile, è fatta di volponi, di gente politicamente vissuta che sa come mettere in difficoltà una precaria maggioranza. Una vera disdetta per Sindaco e Giunta che credo dovrebbero fare di necessità virtù ed iniziare un’attività negoziale che alla fine tornerebbe utile a tutti.
Tornando al tormentone Tasi tuttavia credo che ci sia stato alla base anche un errore meramente strategico. Mi spiego con un esempio. Immaginiamo, facciamo finta come dicevamo da piccoli, che la giunta sia il Consiglio d’amministrazione di un’Azienza. Questa ipotetica Azienda  si trova in difficoltà e chiede ai propri dipendenti di rinunciare ad una parte del loro stipendio per un periodo di tempo ben definito, diciamo un anno, con la promessa di ritornare alla normalità alla fine di questo arco di tempo. Nel frattempo l’Azienda si ristruttura, si adopera nel tagliare costi inutili e crea pertanto le condizioni per mantenere la promessa. La stessa identica cosa dovrebbe fare l’Amministrazione della nostra Città. In pratica,  chiedere un sacrificio limitato nel tempo e mettere in atto tutto ciò che è necessario alla ripresa economica facendo leva sulle tradizionali peculiarità del territorio, è una strategia che se concordata con le parti politiche potrebbe essere quella giusta. Insomma al posto del Sindaco, in his shoes come dicono gli inglesi, io questo avrei fatto. La sostanza però non cambia e i soldi in ogni caso mancano e da qualche parte sbucheranno poiché la falla va tappata. Se poi la pezza sarà peggiore del buco lo vedremo. Nel frattempo sosteniamo Alberto che se lo merita. Fare il Sindaco è uno dei mestieri più difficili al mondo, oneri tanti e onori pochi, e tutti noi dovremmo nutrire ammirazione per chi si impegna ad amministrare al meglio in condizioni di grande criticità come quelle attuali.  Si comincia ad intravedere una fioca luce alla fine del tunnel, lo dico da imprenditore.  Sforziamoci tutti affinchè questa luce possa tornare ad illuminare in pieno le vite di tutti noi“.

Massimo Bellina

redazione

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